Sinistra moralista con tutti, ma mai con sé stessa

Il mondo contemporaneo, soprattutto l’Occidente, in alcuni ambiti ovviamente e non certo in tutto, sembra essere più rimbecillito e cretino di quello di qualche decennio fa. Un certo grado di stoltezza è stato raggiunto con una imposizione politica, culturale e mediatica sempre più marcata di consuetudini e regole delle quali non si avvertiva, a dire il vero, né l’urgenza e né tantomeno l’utilità. La tutela dell’ambiente è diventata una crociata integralista che ha anzitutto comportato lo scadimento della qualità di molti prodotti, dalle automobili a tante altre cose, costringendo l’industria a rispettare determinati standard, e a perdere soldi. Poi, l’ambientalismo trasformato in ideologia illiberale ha diffuso il pensiero unico del catastrofismo climatico e chi si permette di contraddire, anche con dati scientifici alla mano, tale vulgata viene giudicato alla stregua di un sadico che magari gode nel vedere flora e fauna inghiottite dal petrolio.

Il green ha già danneggiato i produttori e ha aperto le porte alla dittatura del pensiero unico, estesasi pure su altre tematiche. Si è iniziato a ritenere che per rispettare popoli, culture e religioni differenti dall’Occidente liberale e giudaico-cristiano, occorra evitare di sbandierare la propria Storia ed identità e magari provare anche un po’ di vergogna per ciò che si è e si è sempre stati. Questo ha portato alcuni folli occidentali a nascondere il crocifisso e a tentare addirittura di cancellare in qualche modo la celebrazione del Santo Natale. Combattere le discriminazioni e le violenze in base agli orientamenti sessuali e al genere è sacrosanto, ma si è andati ben oltre alla doverosa lotta contro pregiudizi e razzismi, e nel nome di una malintesa politica dei diritti civili è sorta la pretesa di ribaltare l’ordine naturale, banalizzare le identità sessuali e creare codici e codicilli per l’emancipazione femminile. Le donne non hanno bisogno di leggi e di gentili concessioni da parte dei maschi per emergere, e la storia di Giorgia Meloni è lì a dimostrare proprio questo. E’ stato costruito di fatto un nuovo bigottismo a causa del quale chi si permette di sostenere una cosa del tutto ovvia come il fatto che due uomini o due donne siano liberissimi di amarsi, ma non costituiranno mai una famiglia tradizionale, beh, può essere tacciato facilmente di omofobia. E bisogna stare attenti a fare complimenti alle donne perché un eventuale apprezzamento, anche se rivolto con intelligente galanteria e massima educazione, rischia di passare per un tentativo di violenza.

Sia in America che in Europa occorre avere a che fare con questo moralismo deviato e il presidente USA Donald Trump ha evidenziato bene qual è la realtà in Occidente nel momento in cui si è complimentato con la premier Meloni per il suo aspetto fisico. Non si può più nemmeno scherzare e infatti oggi vengono viste molto male quelle battute che erano la norma nei film comici degli anni Ottanta. Insomma, le società occidentali sono abbastanza mature da distinguere, da sole e senza imposizioni culturali o legislative, quelle che sono soltanto battute innocue e prive di qualsiasi odio, siano esse dedicate alle persone omosessuali o alle donne, dall’offesa vera e propria, ma i paladini del politicamente corretto hanno lavorato per rimbecillire il mondo, riuscendo abbastanza nel loro intento. Oggi, grazie a governi conservatori come quello americano di Trump e quello italiano di Giorgia Meloni molte scemenze woke e gender, alcune gravi ed altre tragicomiche, ricordiamo la storpiatura al femminile di tante parole della lingua italiana propagandata da Laura Boldrini, iniziano piano piano a venire meno, ma la spinta politically correct, voluta dai democratici USA e dalle lobbies liberal, e ripresa in toto dalle nostre sinistre, è stata finora fortissima.

I democratici di casa nostra, per quanto acciaccati da tante sconfitte, sono sempre pronti a fare la morale e a dettare le loro presunte regole di comportamento su sessismo, omofobia e razzismo, ma tale rigore, chiamiamolo così, vale per tutti con l’esclusione della sinistra e dei suoi supporter collaterali. Nonostante la Storia e i popoli l’abbiano già punita in abbondanza, la sinistra continua a sentirsi “migliore” e ritiene lecito attribuirsi delle deroghe. Essa poteva sfottere Silvio Berlusconi, per l’altezza o i capelli trapiantati, e può continuare a farlo, anche in maniera greve, nei confronti di Giorgia Meloni. Il segretario della CGIL Maurizio Landini ha dato della cortigiana di Trump alla premier, cioè, e i dizionari danno ragione al Presidente del Consiglio, della prostituta al servizio dei potenti, ma la leader dem Elly Schlein, la pretoriana dei diritti civili e dell’emancipazione, invece di solidarizzare con una donna offesa in maniera volgare da un uomo, ha accusato questa di vittimismo. Il sessismo e la misoginia possono pure passare, ma devono arrivare da sinistra e giungere a destra. La volgarità di Landini rivolta alla premier non è certo il primo episodio che vede la sinistra fare tutto il contrario di quanto predica e ricordiamo le offese gratuite, sempre riguardanti Giorgia Meloni, di altri uomini di sinistra come Roberto Saviano e Oliviero Toscani. E’ normale che poi sempre più italiani si allontanino schifati da un certo mondo politico e dai suoi sponsor prezzolati. 

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

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