Sostegno internazionale alla proposta di Fratelli d’Italia per utero in affitto reato universale. A favore anche movimenti progressisti e femministi

La proposta per rendere universale il reato della maternità surrogata verrà discussa in Aula a partire dal prossimo 19 giugno.

Il reato è già previsto dalla legge italiana (Legge n.40 del 2004) ed è stato ribadito anche dalla Corte Costituzionale in diverse sentenze, quali la n. 79 del 23 febbraio 2022, la n. 272 del 2017 e la n. 33 del 2021.
La proposta a firma di Fratelli d’Italia ha il chiaro obiettivo di rendere la pratica dell’utero in affitto un reato, in qualunque modo e in qualunque luogo esso venga realizzato.

La formula edulcorata usata dai sostenitori di questa pratica, ovvero la cosiddetta ‘gestazione per altri’, è in realtà nient’altro che un commercio globale di bambini e una delle più alte forme di discriminazione nei confronti delle donne, che vengono ridotte ad un mero apparato riproduttivo in grado di fornire il prodotto richiesto dall’acquirente. La maternità surrogata è una pratica prettamente commerciale, che alimenta un giro di affari da miliardi di dollari in tutto il mondo, basata sullo sfruttamento del corpo della donna e sul sopruso dei diritti dei bambini.

È proprio per questo, per tutelare e difendere sia le donne che i bambini, che Fratelli d’Italia ha presentato un progetto di legge per dare a questo reato una natura universale, in modo da eliminare la possibilità di aggirare la legge italiana andando a comprare bambini altrove riportandoli poi in Italia come fossero dei semplici acquisti fatti fuori dal Paese.

La proposta di FDI non è affatto un fulmine a ciel sereno e non è frutto di una mera visione miope della destra italiana, ma è un qualcosa che da tempo viene ampiamente sostenuto e condiviso a livello internazionale da svariati movimenti e associazioni, che hanno colto l’occasione per ribadire il loro sostegno alla causa italiana.

E, sorprendentemente (o forse no), l’appoggio internazionale è arrivato anche da realtà progressiste e femministe, ben lontane da quel mondo cattolico che l’immaginario collettivo vorrebbe come unico sostenitore della proposta.

Sul Feminist Post vengono riportati i numerosi sostenitori alla proposta di legge, tra cui le realtà di Rete per l’Inviolabilità del Corpo Femminile, Radfem Italia, FINAARTGIT (Rete femminista internazionale contro ogni riproduzione artificiale, ideologia gender e transumanesimo), le quali “condividono da sempre l’obiettivo dell’abolizione universale dell’utero in affitto”. Oltre a queste sono a favore anche CIAMS (Coalition Internationale pour l’Abolition de la Maternité de Substitution), Stop Surrogacy Now, Finrrage (Feminist International Network of Resistance to Reproductive and Genetic Engineering), Japan Coalition Against Surrogagy Practices, Feminist Legal Clinic, Prostitution Research & Education.

Ma non solo, perché a rispondere all’appello sono anche moltissime figure di primo piano del femminismo mondiale, come Sylviane Agacinski, filosofa e neo-eletta esponente dell’Académie Française, autrice di molti saggi tra cui Corps en miettes e di L’homme désincarné: Du corps charnel au corps fabriqué, Gena Corea, intellettuale femminista radicale americana, tra le madri della critica alla riproduzione artificiale dell’umano, collaboratrice del New York Times e autrice di molti saggi tra cui The mother machine: Reproductive Technologies from Artificial Insemination to Artificial Wombs, Phyllis Chelser, femminista radicale americana, psicoterapeuta e docente emerita di Psicologia e Women’s Studies al College of Staten Island, autrice di molti saggi tra cui Sacred Bond: The Legacy of Baby M e di Feminist Blacklash is Finally Building Against Surrogacy, e Gary Powell, European Special Consultant al Center for Bioethics and Culture Research Fellow for Sexual Orientation and Gender Identity at the Bow Group.

Il largo consenso che la proposta di Fratelli d’Italia ha riscosso a livello mondiale è sintomo di una visione condivisa dalla grande maggioranza delle persone, anche le più progressiste, che sottolinea come la questione prescinda dal colore politico perché è, prima di tutto, una questione umana.

La pratica dell’utero in affitto è una pratica da condannare, senza se e senza ma, perché, banalmente, non è uno strumento che può appagare un qualche desiderio di genitorialità, ma, come ribadito dalla Corte Costituzionale, è un atto che “offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane, assecondando un’inaccettabile mercificazione del corpo, spesso a scapito delle donne maggiormente vulnerabili sul piano economico e sociale.”

È per questo che la battaglia per l’universalità del reato dell’utero in affitto deve essere portata avanti, perché l’individualità e l’egoismo non vincano sul bene e sulla tutela dei diritti di ognuno, donne o bambini che siano.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Redazione
Redazione
La Redazione de La Voce del Patriota

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Leggi anche

Articoli correlati