Da parecchio tempo, sui social si è diffusa la tesi secondo la quale i Simpson, il noto cartone animato statunitense ideato da Matt Groening, sarebbero un serbatoio di fatti non ancora accaduti, di predizioni sul futuro. Molti ci hanno visto un complotto legato alle teorie cospirazioniste, più semplicemente si tratta di una serie animata satirica che utilizza luoghi comuni già avvenuti e facilmente ripetibili. Detto questo, le tantissime stagioni della serie hanno dato vita a sketch memorabili, oggi il mondo social li chiama “meme”. E tra questi, adesso vale la pena raccontarne uno, che ben descrive, a nostro parere, la condizione attuale della sinistra italiana. La scena ritrae il signor Burns, il ricco capo di Homer, che, rivolgendosi a nonno Simpson, gli chiede: “Non puoi stare cinque secondi senza umiliarti?”. Nemmeno il tempo di finire la frase che a nonno Simpson cascano i pantaloni, resta in mutande, e con voce rassegnata e tremolante gli risponde: “Quanti ne sono passati?”.
Inventarsi il nemico
Non vogliamo scatenare la reazione indignata di masse di radical-chic che si sentiranno offesi e indignati dinnanzi a un affronto del genere, paragonati al povero vecchietto Simpson, dal cuore buono ma fonte illimitata di risate. Semplicemente, il tono ironico della scena e dei personaggi sembra il più adatto per descrivere, e in parte rispondere, all’iniziativa promossa dall’Anpi. Si chiama “Pastasciutta antifascista” e già fa ridere così. È un’iniziativa storica dei partigiani dei nostri tempi, quelli che fanno la guerra al regime fascista che non esiste più, e che se ne devono inventare sempre di nuove per non appassire. E come non sfruttare il momento adesso, ora che il vento soffia verso destra, ora che l’Italia, l’Europa e l’Occidente virano verso un sano conservatorismo. Come non sfruttare questa occasione, per creare di nuovo il mito della lotta contro il regime, oggi il “regime” di Giorgia Meloni, la nemica (e non l’avversaria) da fermare anche “con i corpi”, come vorrebbe qualcuno. Così, l’Anpi tenta di rinnovarsi, tenta di rinnovare un organigramma ormai vetusto per proposte politiche (chi crede più all’antifascismo militante?) e per senilità dei componenti. Ma, in realtà, ci riesce con scarsi risultati. La pastasciutta antifascista vorrebbe unire tutti, tanto che l’Anpi racconta che in quella del ’43, per festeggiare la caduta di Mussolini, “anche un ragazzo con indosso una camicia nera (forse era l’ultima rimasta?) fu invitato da Aldo (Cervi, ndr) a unirsi e a mangiare il suo piatto di pasta”.
Un tema serissimo
Tuttavia, come sempre, le feste della sinistra hanno il compito di creare un nemico. Tra un ‘Bella ciao’ cantato con il fazzoletto al collo (ma è luglio, non hanno caldo?), la maglietta rossa e il pugno verso l’alto, e specialmente tra un piatto di spaghetti e l’altro, sfileranno tra i partecipanti i moduli per la raccolta firme contro l’autonomia differenziata. L’Anpi promuove l’iniziativa in questo modo: “Nel corso delle Pastasciutte sarà possibile firmare per il referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata. L’ANPI fa parte del Comitato promotore”. Un referendum tra i piatti di pasta, le firme sporcate dal vino rosso della casa bevuto a fiaschi interi. Dunque la prendono con estrema serietà: “Con l’approvazione della legge sull’ autonomia differenziata delle Regioni si colpisce al cuore la Repubblica, una e indivisibile – ha detto il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo –. Cresceranno le differenze fra i territori della nostra Italia, i diritti dei cittadini saranno diversi a seconda delle Regioni, si creeranno nuove disuguaglianze sociali ed economiche”. A sentirli parlare un catastrofe, nonostante la loro lotta sia diametralmente opposta al contenuto della Costituzione, per loro summa dei valori antifascisti, che però contiene al suo interno la stessa autonomia differenziata. “Faremo tutto il necessario per cancellare questa legge”, ha detto, ed ecco l’iniziativa: gli spaghetti contro l’autonomia. Eh no, non sanno proprio stare cinque secondi senza umiliarsi.