Spagna: gli strali del governo socialcomunista sulla Valle dei Caduti 

La Valle dei Caduti è un gigantesco complesso monumentale situato a San Lorenzo de El Escorial, non lontano da Madrid. Edificato tra il 1940 e il 1958, comprende un’abazia benedettina, una basilica-cripta scavata nella roccia che ospita diverse sepolture e, in cima, una enorme croce d’acciaio (la più alta del mondo), visibile a 40 chilometri di distanza. La struttura, che fu costruita per volere del generale Francisco Franco successivamente alla Guerra civile spagnola per commemorare chi, in quella occasione, perse la vita, ospita le salme di circa 40 mila Caduti appartenenti ad entrambi gli schieramenti. 

A prescindere da eventuali considerazioni storico-politiche sul regime franchista e/o controversie sorte durante la costruzione della Valle dei Caduti (secondo alcune testimonianze il monumento è stato realizzato con il lavoro di prigionieri di guerra, che però alcuni studiosi affermano abbiano prestato la loro opera volontariamente), il complesso monumentale dovrebbe essere considerato, per il forte sentimento di pacificazione nazionale e preghiera per la pace che ne sono lo scopo, un esempio da seguire per tutte le nazioni del mondo. Un esempio di cui la Spagna dovrebbe tra l’altro andare fiera. Non è però purtroppo così. Come ricorda Luca Volonté su La nuova bussola quotidiana, infatti, “sin dal 2007 i governi guidati dal Partito Socialista Operaio Spagnolo (Psoe) hanno avviato un processo di dismissione del sito, che ritengono sia stato costruito per esaltare solo le destre e il regime politico guidato da Francisco Franco”.

Nel 2011, durante il governo Zapatero, è stato redatto un rapporto contenente una serie di raccomandazioni sul sito (tra cui l’istituzione di un centro studi sulla dittatura e sulla democrazia). Poi le cose sono andate avanti, con tra l’altro l’esumazione e il trasferimento in altra sede delle salme di José Antonio Primo de Rivera e, nel 2019, di Francisco Franco (“Un dittatore non merita un mausoleo e le sue vittime non possono riposare accanto a lui” ha dichiarato in proposito al Corriere della Sera l’allora premier socialista Pedro Sanchez). 

E non è tutto, perché con il pervasivo diffondersi, anche in Spagna, della tendenza iconoclasta figlia del globalismo laico e politicamente corretto, si mira ad abbattere le croci, compresa (questa pare essere l’intenzione) quella che svetta sulla Valle dei Caduti, con il pretesto che bisogna “eliminare i simboli del franchismo”. E’ questo lo spirito della “Legge della memoria democratica” approvata dal governo Sanchez nel 2022, che prevede tra l’altro di modificare “la denominazione della Valle dei Caduti, che si chiamerà Valle di Cuelgamuros (denominazione geografica, ndr) e sarà un luogo di memoria democratica la cui risignificazione ha lo scopo di rafforzare i valori costituzionali e democratici”. Inoltre, sottolinea La bussola quotidiana in un pezzo del 18/08/2022, si dichiara estinta la Fondazione della Santa Croce (ente che si occupa della gestione della basilica, istituito nel 1957 per “Pregare Dio per le anime dei morti della crociata nazionale, impetrare le benedizioni dell’Altissimo per la Spagna e lavorare per il riconoscimento e la promozione della pace tra gli uomini, soprattutto la giustizia sociale cristiana”), per la legge “incompatibile” con i valori costituzionali. “Anche i benedettini – prosegue l’articolo – si preparano a fare i bagagli: la loro stessa presenza sarebbe un residuo di nazionalcattolicesimo”.

E se il priore benedettino della Valle dei Caduti Santiago Cantera, in un’intervista del 2023, oltre a chiedere che “si lascino in pace i morti” ha espresso una fondata serie di perplessità sull’azione di governo riguardante il monumentale santuario (e forse anche per questo è stato in seguito destituito dal suo incarico), dal canto loro l’Arcivescovado di Madrid e lo stesso Vaticano sembra vogliano avallare i piani del governo socialcomunista. “I vescovi spagnoli hanno sostenuto pienamente e all’unanimità, senza alcuna voce dissenziente, il processo di dialogo che la Chiesa ha mantenuto con il governo Sánchez in merito alla laicizzazione della Valle dei Caduti. Lo ha confermato – scrive Luca Volontè – monsignor Francisco César García Magán, segretario generale e portavoce della Conferenza episcopale spagnola (CEE)”, che durante una conferenza stampa, il 4 aprile, ha sottolineato anche come “questo dialogo tra la Chiesa e il potere esecutivo è stato accompagnato in ogni momento dalla Santa Sede”.

Come andrà a finire non è dato saperlo. Quel che è certo, al momento, è che il governo spagnolo ha stanziato 30 milioni di euro per la “risignificazione” dell’area, da realizzarsi con un progetto scelto al termine di una gara internazionale (il vincitore a quanto risulta sarà annunciato a settembre 2025 ed entro il 2026 verrà indetta la gara di appalto). 

Non tutti, però, sono d’accordo: nei giorni scorsi, infatti, “diverse centinaia di fedeli manifestavano davanti alla sede della Conferenza episcopale per protestare contro la complicità dei vescovi nella profanazione della Valle dei Caduti”, chiedendo “ai vescovi spagnoli e alla Segreteria di Stato vaticana di far valere la loro autorità spirituale di fronte alla laicizzazione e possibile profanazione di un luogo sacro” e di “difendere pubblicamente la natura sacra del sito e di respingere qualsiasi misura che minacci il suo status di tempio cattolico”. Inoltre “la Fondazione Avvocati Cristiani ha presentato nei giorni scorsi un ricorso al Tribunale Nazionale per fermare il processo di dismissione della Valle dei Caduti promosso dal governo spagnolo. Nulla è perduto – conclude Volonté su La Bussola quotidiana – ma se oltre ai nemici giurati della religione cristiana, anche all’interno della chiesa si lavora per la demolizione della tradizione e della memoria, tutto diventa molto più complicato e difficile”. 

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi, due volte laureata presso l'università La Sapienza di Roma (in giurisprudenza e in scienze politiche), è giornalista pubblicista e scrittrice. Collabora con diverse testate e case editrici.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.