Oggi, alle ore 11.40, nel quartiere di Saryer presso Istanbul, due individui sono entrati a
volto coperto nella Chiesa Italia di “Santa Maria”, sparando diversi colpi per aria ed
uccidendo uno dei presenti.
Il governo turco ha condannato l’accaduto, confermando di aver avviato un piano per
catturare gli aggressori di stamattina.
Ecco quanto condiviso dal Ministro turco, Ali Yerlikaya:” due persone con il volto
coperto hanno aperto il fuoco su C.T., che era tra i presenti alla messa, e
purtroppo ha perso la vita”.
Attualmente l’identikit della vittima è un’incognita, presumibilmente, il governo di Ankara preferisce mantenere delle informazioni riservate sul caso.
Tuttavia, Monsignor Massimiliano Palinuro, Vicario apostolico di Istanbul e Amministratore apostolico di Costantinopoli, ha dichiarato la reazione attonita della comunità di Buyukdere, affermando che la persona uccisa avesse alcuni problemi psicologici, che devono averla spinta a reagire in modo impulsivo contro i due malviventi.
Sicuramente un gesto coraggioso quello della vittima, che però è finito per costargli la vita stessa.
Questo episodio non è un caso isolato: in moltissimi territori la violenza contro la popolazione cristiana è piuttosto accentuata, specialmente in Medioriente.
Il caso di Istanbul è l’ennesima prova del rischio che le comunità cristiane corrono nei territori extra-occidentali, un dramma che nel corso degli anni ha portato innumerevoli vittime innocenti.
Per il Presidente turco Erdogan, il quale ha cambiato la funzione dell’ancestrale Abbazia di Santa Sofia, riconvertendola in Moschea, dovrà dare prova di garantire tutto l’impegno possibile nella cattura dei criminali, anche per dimostrare il proprio coinvolgimento emotivo e una tolleranza laica nella diversità religiosa.