Spazio Cultura. Terzi (FdI): cultura antidoto da veleno politicamente corretto

“La cultura di un Paese è un faro, e sicuramente un antidoto che salva da veleni come la cancel culture, il wokismo, il politicamente corretto. È distruttiva l’idea che la storia si possa cancellare o revisionare, che le statue si possano abbattere per compensare ingiustizie falsamente asserite del passato, che l’identità e le tradizioni, i valori profondi, non contino nulla, perché non esistono più principi permanenti ma solo confusi relativismi. Un’idea distruttiva che diviene caos e spesso dittatura del pensiero unico della sinistra. Noi invece vogliamo esser fieri di quello che siamo. Non vogliamo autoflagellarci, autocommiserarci. E quindi esultiamo quando leggiamo che il Presidente Trump su X che annuncia il ritorno del Columbus Day, ‘Viva Cristoforo Colombo!’. Perché crediamo che la storia sia un processo – fatta di momenti più bui di altri ma anche di grandi forze positive e di fiducia e di grandezza umana. Cultura significa una dinamica attiva di ricchezza, tutt’altro che un patrimonio lasciato spento in qualche archivio. Quando si parla di Soft Power vi sono diverse interpretazioni ma l’essenza è chiara: quella di eccellenze, know-how e scienza che si collegano in una strategia definita e mossa a livello nazionale e locale. Si tratta dell’abilità di una Nazione di rendersi sempre più cosciente e attrattiva. La cultura è l’anima di una Nazione e le tradizioni sono paternità di un popolo. A fronte delle scelte del Presidente Trump, le strumentalizzazioni politiche di quanti raramente parlano di Nazione e dei suoi valori, si tuona che l’Italia dovrebbe rivedere i propri rapporti con l’Occidente, in particolare con l’America, per costruire percorsi alternativi verso altre grandi realtà governate da sistemi dichiaratamente ostili e antagonisti dell’Occidente. Io penso sia esattamente il contrario. Certo, dobbiamo essere aperti e dinamici nei rapporti internazionali a livello globale. Ma dobbiamo anche esser ben consapevoli che ci sono 533 anni di storia, di cultura, di valori condivisi, che costituiscono profonde e saldissime radici fra italiani e americani. Una parentesi: vi sono Paesi che non vedono la spinta libera della scienza e della cultura come un bene anzi, la ostacolano. Vi sono ricercatori che si vedono intrappolati in ideologie e sistemi politici finalizzati al controllo. Pensate ai molti Istituti Confucio in Italia, è cultura mostrare le mappe di Taiwan pienamente integrate nel dominio cinese o censurare Piazza Tienanmen? Si tratta anche di sistematica disinformazione, costruita e attuata in modo strategico e antagonista per destabilizzare le nostre società e istituzioni democratiche. Ho parlato molto di Stati Uniti, ma credo davvero vi sia un pezzo d’Italia ovunque. Guardiamo all’India: oggi si parla di IMEC, il Corridoio strategico che collegherà il Mediterraneo globale con l’Indo-Pacifico e oltre. Trieste dovrà essere lo snodo mediterraneo ed europeo, grazie al forte impulso del Governo Meloni. E ancora in Asia e nel Pacifico, il Presidente Meloni ha elevato le relazioni con il Giappone due anni fa, siglando un partenariato strategico tra Roma e Tokyo. L’UE ha seguito il nostro impulso e appena un anno fa chiuso il primo accordo quadro bilaterale. Ora a Osaka è in corso l’Expo 2025, ed è stato inaugurato il Padiglione Italia: una bellissima vetrina del Made in Italy in tutte le sue sfumature, dall’innovazione alla tradizione, dalla tecnologia alla cultura. Da tutti questi esempi si possono trarre tre grandi lezioni: l’ambizione, la libertà, l’identità. È importante far leva sulle potenzialità dei partenariati internazionali – volani di cooperazione fra entità pubbliche, imprese, operatori, istituzioni accademiche e culturali dei Paesi – perché l’ambizione di una Nazione deve essere quella di creare connessioni. È vitale che alla base di tutto questo – poi – vi sia la libertà, perché cultura e conoscenza nascono proprio dalla libera espressione, dalla libera circolazione di idee, dalla possibilità di formarsi superando barriere ideologiche e censure. Infine, nella libertà è fondamentale non dimenticare le radici giudaico-cristiane, i valori democratici, in poche parole: quello che siamo. Chi è forte della propria identità e dei propri principi non teme il confronto anzi, è proprio quando i valori sono solidi che il dialogo è davvero sincero e costruttivo”.

Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Giulio Terzi all’evento “Spazio Cultura. Valorizzare il passato, immaginare il futuro” organizzato da gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia alla Camera e al Senato, in corso a Firenze.

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