Sr71, Veneri-Capecchi (FdI): “Da quanti anni vengono lanciati appelli per la messa in sicurezza della sr71? Troppi incidenti e troppi lutti”

“Sono dovuti intervenire i sindaci di Subbiano e Capolona per sollecitare il Prefetto di Arezzo. Anche la Provincia faccia la sua parte e convochi un tavolo per la sicurezza della Sr71. Come Fratelli d’Italia interesseremo il Governo.”

“Sono dovuti intervenire i sindaci di Subbiano e Capolona per sollecitare il Prefetto di Arezzo. Anche la Provincia faccia la sua parte e convochi un tavolo per la sicurezza della Sr71. Come Fratelli d’Italia interesseremo il Governo” dichiarano i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Gabriele Veneri e Alessandro Capecchi, vicepresidente della Commissione Trasporti.

“Da quanti anni vengono lanciati appelli per la messa in sicurezza della sr71? Troppi incidenti e troppi lutti -sottolineano Veneri e Capecchi- Ci siamo occupati di questa arteria stradale con atti specifici e sopralluoghi. Serve un ammodernamento della Sr71, una tale viabilità compromette lo sviluppo economico di molte aziende e imprese della vallata. Le infrastrutture devono essere una priorità, non possiamo permetterci di continuare ad avere una mobilità da terzo mondo. Per garantire sicurezza e affidabilità, la provincia di Arezzo e la Toscana hanno bisogno di interventi strategici e funzionali. Ribadiamo le nostre richieste rimaste inascoltate da parte della Regione: dai dissuasori di velocità alle aree di sosta per i bus, dai cartelloni informativi alla segnaletica, ad una maggiore illuminazione, alla realizzazione di marciapiedi e adeguati attraversamenti pedonali. I residenti del Casentino e della Valdichiana sono costretti a fare slalom tra cantieri, restringimenti, interruzioni e rimane troppo alto il tasso di incidentalità. Purtroppo, la Sr71, come anche altre infrastrutture regionali, mostra gravi limiti progettuali: è una strada realizzata nel 1966 e non è più adatta agli attuali volumi di traffico. E, perciò, necessaria una riflessione sul futuro delle infrastrutture regionali troppo vecchie per le esigenze odierne”.

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