L’Italia è la prima nazione al mondo ad adottare un provvedimento che vieta l’uso e il commercio degli alimenti sintetici.
Una misura che intende prima di tutto tutelare la salute umana e il patrimonio agroalimentare italiano, primo al mondo per la sua ricchezza e qualità, tanto che la nostra cucina è stata recentemente candidata come patrimonio immateriale dell’Unesco.
Il tema del cibo sintetico è sempre più centrale e, soprattutto sullo scenario internazionale può vantare grandi sostenitori, che ritengono questa tipologia di cibo più sostenibile ed ecologica. Ma, nella realtà dei fatti, gli alimenti di laboratorio non producono un minor impatto sull’ambiente, considerando il fatto che per il solo funzionamento di un intero laboratorio si consuma molta più energia ed acqua rispetto agli allevamenti tradizionali.
In particolare, quando si parla di carne sintetica (che è ad oggi l’alimento più diffuso) non si deve cadere nella facile tentazione di pensare che in questo modo si salvino gli animali, perché questa “carne” viene fabbricata attraverso lo sfruttamento dei feti delle mucche, perché, in sintesi, per la produzione della carne sintetica è necessario reperire il siero fetale bovino, che si ottiene dal sangue raccolto dal feto di bovine gravide durante il processo di macellazione. Tale procedura non risparmia assolutamente la morte di un animale né tantomeno ne garantisce il rispetto ed il benessere.
Infine, dal punto di vista della salute umana, non vi è alcuno studio consolidato che possa attestare quali siano gli effetti del cibo sintetico sull’uomo, per cui ad oggi non è assolutamente possibile prevedere eventuali gravi conseguenze del cibo sintetico sul nostro corpo.
Il Governo Meloni vieta la carne sintetica
Il Governo italiano crede fortemente nel cibo naturale, punto di forza della nostra economia e della nostra stessa identità italiana, ed è per questo che ha agito prevenendo qualsiasi possibile futuro attacco ai nostri prodotti alimentari.
Il decreto approvato in sede del 26° Consiglio dei Ministri prevede infatti sanzioni dai 10.000 ai 60.000 euro in caso di violazione delle norme oppure fino al 10% del fatturato totale annuo realizzato nell’ultimo anno, nel caso in cui tale importo sia superiore a 60 mila euro. Ulteriori sanzioni amministrative intervengono anche sulla possibilità di svolgere attività di impresa, inibendo l’accesso a contributi, finanziamenti o agevolazioni erogati da parte dello Stato, da altri enti pubblici o dall’Unione europea, per un periodo da uno a tre anni. Sanzioni si applicano anche a coloro che finanziano, promuovono o agevolano in qualunque modo la diffusione e la produzione di cibo artificiale.
È altresì vietato preparare e distribuire qualsiasi tipo di mangime prodotto a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati.
È anche importante sottolineare che alla violazione delle norme previste consegue la confisca del prodotto illecito, evitando in tal senso qualsiasi sua ulteriore diffusione nel nostro Paese.
Con il blocco alla produzione e alla commercializzazione di alimenti sintetici il Governo si schiera dalla parte degli italiani, e lo fa non solo a parole ma mettendosi letteralmente al loro fianco. Proprio nella stessa giornata di ieri i Ministri Lollobrigida e Schillaci hanno infatti preso parte alla manifestazione organizzata da Coldiretti vicino Palazzo Chigi. Un’azione significativa che sottolinea ancor di più quanto il Governo intende ascoltare le istanze dei cittadini. “L’Italia che è leader europeo nella qualità e nella sicurezza a tavola ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari a tutela dei cittadini e delle imprese” ha infatti affermato il presidente della COLDIRETTI Ettore Prandini nel riaffermare la necessità di difendere i primati dell’agricoltura più green d’Europa, aggiungendo che come Coldiretti “Siamo decisamente soddisfatti, è un grande risultato per l’Italia, che è il primo Paese a livello mondiale a vietare i cibi sintetici, non solo la produzione ma anche la commercializzazione.”
Le misure approvate in tema di sicurezza alimentare mirano a tutelare il futuro della cultura e dell’identità alimentare nazionale, così come quello dell’intera filiera del Made in Italy che vede nel settore agroalimentare una delle maggiori leve economiche e turistiche del Paese. Il cibo sintetico rappresenta infatti una minaccia concreta per tutti quei lavoratori e imprenditori che quotidianamente si impegnano nel settore, ma grazie allo stop al cibo sintetico deciso dal governo vengono salvati ben 580 miliardi di valore della filiera agroalimentare nazionale.
Quanto disposto dall’ultimo ddl rappresenta un tassello fondamentale affinché non vengano disperse le nostre radici e affinché venga garantita sempre una maggiore competitività del sistema italiano, all’interno del quale il cibo e la cucina nazionale sono pilastri fondamentali che non possono e non devono subire attacchi esterni né tantomeno possono essere compromessi da esperimenti di laboratorio che intendono spacciarsi come validi sostituti di quei prodotti, naturali e di qualità, che da secoli sono presenti nella nostra dieta mediterranea. La difesa della nostra sovranità alimentare, delle nostre imprese e della salute dei cittadini sono fondamentali per la crescita dell’Italia e rimangono una priorità del Governo, che attraverso le ultime azioni ha posto delle ottime basi per un futuro più sicuro e più sostenibile per l’intera nazione.