Il 4 aprile 2025, la città ucraina di Kryvyi Rih è stata teatro di un violento attacco missilistico che ha colpito un’area residenziale, provocando la morte di almeno 19 persone, tra cui nove bambini, e oltre 70 feriti. A riferirlo sono fonti internazionali come Reuters, che confermano l’impatto devastante dei missili su edifici civili, tra cui una scuola, un parco pubblico e un ristorante.
Secondo quanto riportato dal Ministero della Difesa russo, l’attacco avrebbe avuto come obiettivo un incontro tra comandanti ucraini e istruttori occidentali, rivendicando la neutralizzazione di “85 militari e ufficiali stranieri”. Una versione dei fatti che tuttavia contrasta con quella fornita dalle autorità ucraine e da diverse agenzie umanitarie, le quali parlano chiaramente di un attacco contro la popolazione civile. L’UNICEF ha espresso “profonda preoccupazione” per l’uccisione dei bambini e ha ribadito la richiesta di un immediato stop agli attacchi contro le aree abitate.
La reazione americana non si è fatta attendere. L’ambasciatrice degli Stati Uniti in Ucraina, Bridget Brink, ha definito “orribile” l’attacco, evidenziando la tragedia di un missile che ha colpito “un parco giochi e un ristorante affollati di famiglie”. Tuttavia, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso sorpresa e insoddisfazione per l’assenza, nella dichiarazione americana, di un’esplicita attribuzione di responsabilità alla Russia. “Hanno paura persino di pronunciare la parola ‘russo’”, ha affermato Zelensky, giudicando la posizione di Washington “deludente”.
A complicare ulteriormente il quadro internazionale, si aggiungono anche le recenti dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che nei colloqui diplomatici in corso avrebbe manifestato frustrazione nei confronti di Vladimir Putin, accusandolo di rallentare i negoziati. Trump avrebbe auspicato “un accordo rapido” per porre fine alle ostilità, ribadendo che “Putin dovrà fare la sua parte”. Le parole del presidente sembrano indicare un crescente malumore anche all’interno del fronte occidentale.
L’attacco a Kryvyi Rih rappresenta dunque un ulteriore capitolo di un conflitto che continua a mietere vittime civili e ad alimentare tensioni geopolitiche di vasta portata. I numeri, le immagini e le testimonianze provenienti dal campo restituiscono un quadro drammatico che rende sempre più urgente un ripensamento della strategia internazionale verso la Russia e verso il conflitto in corso.