“Leggo con rammarico le parole del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli sulla strage di Bologna. A lui, e a troppi come lui, probabilmente non interessa il pieno raggiungimento della verità storica dei fatti, non interessa nemmeno che le vittime abbiano piena giustizia e non una verità di comodo, preconfezionata politicamente e perseguita in tutti questi anni senza tener conto delle tante evidenze che avrebbero suggerito di seguire piste alternative. Quaranta anni fa si decise che quella strage doveva essere “fascista” e si consegnò ai tanti Sassoli il compito politico di difendere quell’assunto ideologico. Ci sarebbe piaciuto, a quarant’anni di distanza e con lacune e ombre sempre più evidenti su indagini e sentenze, che il più alto rappresentante italiano nelle istituzioni europee parlasse appunto da uomo delle istituzioni unendosi all’appello di Giorgia Meloni per desecretare tutti gli atti coperti ancora da segreto di stato e fare luce una volta per tutte su quella stagione buia e sulla sua pagina più buia quale fu la morte di 83 innocenti quel 2 agosto a Bologna. D’altra parte, se le certezze di Sassoli e dei tanti come lui sono così granitiche, perché opporsi alla più alta conferma possibile di quelle teorie?”. Così il capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo Carlo Fidanza.