Strage Ustica, Rampelli (FdI): 45 anni di oscurità

A noi spetta il compito di provarci ancora perché anche i muri di gomma possono essere abbattuti

“Il DC9 partito da Bologna 45 anni fa non arrivò mai a Palermo. Nei cieli di Ustica avvenne una delle tragedie più oscure della nostra storia con 81 persone morte. Mi stringo in un sincero abbraccio ai parenti di famiglie che in gran parte erano in viaggio per godersi una vacanza e invece trovarono una morte drammatica. Familiari che non hanno mai potuto conoscere la verità su quanto accaduto. Forse un missile alleato alla caccia di un Tupolev su cui avrebbe dovuto viaggiare Gheddafi, ha rivelato il prof. Giuliano Amato due anni fa, forse la pista internazionale, soluzione fin troppo facile per scagionare francesi e americani eppure tuttora indimostrabile. Fatto sta che i misteri sulla scena di guerra consumata nei cieli del Tirreno meridionale restano fitti: il presunto suicidio del maresciallo radarista dell’Aeronautica Mario Alberto Dettori testimone chiave che rilevò in diretta i tracciati su quei cieli proprio il 27 giugno 1980 e l’impiccagione del maresciallo Franco Parisi anche lui in forze alla base di Poggio Ballone appena convocato dagli inquirenti per una testimonianza, l’incidente aereo a Ramstein in Germania dove l’esibizione delle frecce tricolori finì in tragedia e persero la vita i piloti Ivo Nutarelli e Mario Naldini che in volo nello spazio aereo dell’Appennino centrale sempre quel giorno notarono un traffico sospetto e lanciarono subito diversi segnali di allarme, il Mig libico precipitato due settimane dopo a Castelsilano in Calabria su cui il Ministro della Difesa Giovanni Spadolini dichiarò che chi avesse risolto quel giallo avrebbe potuto capire la strage di Ustica, l’incidente aereo in un intervento anti incendio sulle Alpi Apuane di un altro testimone di Ustica, il pilota Sandro Marcucci. Ma la lista dei decessi sospetti di ufficiali e sotto ufficiali per infarti, incidenti stradali, investimenti e suicidi è lunga. Molto tempo è passato, troppo, ed è sempre più difficile ricucire questa cicatrice indelebile sul corpo martoriato della Repubblica italiana. A noi spetta il compito di provarci ancora perché anche i muri di gomma possono essere abbattuti”.

Lo dichiara il Vicepresidente della Camera dei Deputati Fabio Rampelli, esponente di Fratelli d’Italia.

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