“Stamattina, in una sala stampa semivuota, il Commissario Lahbib ha presentato la nuova Strategia LGBTIQ+ 2026-2030: ennesima bandiera ideologica dell’UE nel momento in cui i cittadini chiedono tutt’altro. Per finanziare questa offensiva culturale, i fondi destinati alle associazioni LGBT raddoppieranno, arrivando a 3,6 miliardi di euro nel prossimo bilancio pluriennale”. Così in una nota Paolo Inselvini, eurodeputato di Fratelli d’Italia-ECR.
“Non ci sono i fondi per la PAC e per aiutare le famiglie, ma il denaro pubblico per sostenere ONG arcobaleno e campagne militanti non manca mai. Si vogliono inoltre vietare le cosiddette ‘terapie di conversione’, ma l’unica vera conversione che la Commissione sembra voler perseguire è quella dei bambini alla teoria gender, promuovendo un’educazione “inclusiva” che nega la realtà biologica e naturale della persona. Leggendo il documento, si rilancia il terribile progetto del certificato europeo di genitorialità, che rappresenta un cavallo di Troia per legittimare l’utero in affitto; e si intende proseguire sulla strada dell’inclusione nei reati europei del cosiddetto ‘discorso d’odio’ legato all’orientamento sessuale o all’identità di genere: in pratica un Ddl Zan in versione europea, che rischia di criminalizzare chi difende la famiglia naturale o esprime opinioni non allineate. È assurdo che l’UE investa energie e risorse in battaglie ideologiche, ignorando le vere emergenze: natalità, povertà, crisi energetica e agricola. Nella consultazione pubblica che ha preceduto la proposta, oltre il 54% dei commenti è arrivato dall’Italia e la maggioranza dei commenti sono stati contrari alla strategia, ma Bruxelles non ascolta. Noi continueremo a batterci per la libertà educativa, per la famiglia e per la verità sull’uomo e sulla donna. L’Europa per rialzarsi non ha bisogno di ideologie: ha bisogno di realtà”.