Superbonus e inflazione: un’anomalia politica nel quadro macroeconomico italiano (2020–2024)

L’inflazione non è mai un accidente. È un prodotto delle scelte, degli errori, dei limiti e delle ideologie. Quando si indaga sull’origine del rincaro generalizzato dei prezzi che ha colpito l’Italia tra il 2020 e il 2024, occorre distinguere tra ciò che appartiene alla sfera delle decisioni di altri (crisi energetica, pandemia, shock esogeni) e ciò che, invece, è frutto di decisioni deliberatamente assunte dal potere politico. In questo quadro, il Superbonus 110% si staglia come un unicum: l’unico tra i principali fattori d’inflazione la cui genesi sia inequivocabilmente voluta, progettata, implementata dallo Stato. È, in altri termini, inflazione per legge.

Ma qual è il posizionamento del Superbonus nel sistema causale dell’inflazione italiana all’interno delle cause principali?

Seguendo una metodologia che esegue un’analisi che si articola in tre livelli, ossia una valutazione qualitativa comparativa con punteggi su intensità, durata e trasversalità degli effetti, proseguendo attraverso una stima strutturale con modello VAR, utilizzata per individuare le interdipendenze dinamiche tra variabili economiche aggregate e concludendo con il calcolo di una regressione multivariata su dati ufficiali ISTAT e Banca d’Italia, per isolare l’impatto dei singoli fattori sull’inflazione, abbiamo ottenuto alcuni risultati che devono portarci ad una riflessione.

Le fonti utilizzate includono: ISTAT (prezzi, salari, consumi), ARERA (energia), MEF (contabilità Superbonus), BCE (tassi d’interesse), Banca d’Italia (spesa pubblica), Confindustria e Reuters.

Attribuendo dei punteggi in base a quanto ampio e diffuso è stato l’effetto del singolo fattore sull’indice generale dei prezzi al consumo (CPI) nella seguente modalità:

10 = Effetto diretto e trasversale su molti settori (es. energia).

7-9 = Effetto esteso ma concentrato su alcuni comparti (es. Superbonus sull’edilizia).

4-6 = Impatto importante ma circoscritto nel tempo o nello spazio economico.

1-3 = Effetti marginali o molto settoriali.

Abbiamo ottenuto la seguente scala dei fattori ed i relativi punteggi e posizionamenti:

Solo il Superbonus – si noti bene – figura nella lista come misura interamente ascrivibile alla volontà politica nazionale. Tutti gli altri fattori dipendono da fenomeni globali (crisi energetica, pandemia), da dinamiche di mercato (salari, consumi), o da politiche sovranazionali (BCE). Il Superbonus, invece, è un provvedimento parlamentare, fiscale, contabile, normativo.

Proseguendo con le evidenze econometriche attraverso l’utilizzo del modello VAR notiamo che il Superbonus non genera direttamente inflazione aggregata, ma amplifica effetti settoriali; l’inflazione italiana è principalmente spiegata da shock energetici (coeff. 2.41, p=0.074) e, secondariamente, da condizioni monetarie permissive; il Superbonus è correlato positivamente alla dinamica dei prezzi dell’edilizia e dei materiali, con un ritardo temporale.

Inoltre la regressione multivariata su dati reali conferma che energia, spesa pubblica e consumi sono variabili significative per l’inflazione. Quindi il Superbonus, essendo parte della spesa pubblica, agisce da moltiplicatore settoriale ma fortunatamente non ha avuto la forza sistemica della politica monetaria o della guerra energetica.

Tale contesto ha rappresentato un’anomalia tutta italiana. Infatti, nessun altro paese europeo ha scelto una misura fiscale con un effetto così pervasivo, costoso, poco controllato. Il MEF (2024) stima che gli oneri lordi generati dal Superbonus superano i 160 miliardi di euro. Reuters (2024) denuncia 16 miliardi di frodi collegate. Eppure, l’inflazione italiana – pur elevata – non può essere imputata interamente a questo provvedimento. Ciò che resta, allora, è la distorsione politica: aver iniettato liquidità fiscale nel sistema produttivo senza un disegno macroeconomico coerente.

In conclusioni la scelta politica, in questo caso, può essere considerata come fattore inflattivo; Il Superbonus rappresenta un caso di scuola di inflazione da decisione politica. È l’unico elemento nella dinamica inflattiva italiana a essere intenzionalmente introdotto, con effetti certi su prezzi relativi e incerti sull’equità redistributiva. La sua unicità non sta solo nell’entità della spesa, ma nel fatto che sia stato concepito fuori da ogni visione sistemica.

Fonti principali:

ISTAT, Prezzi al consumo – Dicembre 2024

ARERA, Bollettino energia 2022–2023

MEF, Relazione tecnica Superbonus, 2024

BCE, Monetary Policy Rates

Banca d’Italia, Bollettino Economico n. 4/2024

Reuters, “Why Italy’s Superbonus blew a hole in state accounts”, Aprile 2024

Confindustria, Centro Studi, Rapporto primavera 2024

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Massimiliano Scorrano
Massimiliano Scorrano
Nato a Pescara, consegue la Laurea Specialistica nella locale Facoltà di Scienze Manageriali con le tesi di taglio giuridico e di economia, sulle tematiche legate alla sicurezza sui luoghi di lavoro, per la triennale, e sui distretti industriali italiani posti in relazione al capitale sociale ed umano per la specialistica. Scopre la tesi del Valore indotto e della Proprietà popolare della moneta del prof. Giacinto Auriti. Articolista per il sito della Scuola Auritiana, cultore delle politiche monetarie, ha collaborato alla pubblicazione di due libri scrivendo due brevi saggi, l'uno affrontando le tematiche riguardanti le trasformazioni delle Banche Popolare in Italia nel libro "L'Italia del futuro", l'altro affrontando le tematiche relative agli infortuni sui luoghi di lavoro nel libro "Le priorità del cuore".

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