Superbonus: “La più grande truffa ai danni dello Stato”. Meloni rivendica i risultati economici del suo governo

La presenza di Giorgia Meloni all’ospitata serale di Quarta Repubblica su Rete 4 non è stata una bella notizia per le opposizioni. Come già durante la conferenza stampa di fine anno, infatti, anche questa volta il Presidente del Consiglio italiano non ha usato mezzi termini e non ha lasciato scampo alle polemiche. Dall’“avviso ai naviganti” per sancire che “il mondo nel quale per le nomine pubbliche la tessera del PD fa punteggio è finito”, ai tanti altri temi trattati, come politica estera ed elezioni europee: le parole di Meloni sbaragliano le tesi aprioristiche delle opposizioni. È in materia economica però che il leader di Fratelli d’Italia fa sentire forte la sua voce: dopo infatti un anno e mezzo di governo e due finanziarie, i risultati avuti fin qui (tra gli altri, crescita del Pil, il calo dell’inflazione, l’aumento record degli occupati) non possono che fare ben sperare per il futuro italiano. A sancirlo oggi anche il noto quotidiano britannico The Economist, che titola “Giorgia Meloni has proved the doubters wrong”. In italiano, Giorgia Meloni ha smentito gli scettici. Nell’articolo dedicato al primo premier italiano donna, vengono descritte le circostanze in cui il governo di centrodestra ha dovuto lavorare: la ripresa economica post-pandemica si stava esaurendo; le crisi internazionali incalzavano, con conseguente inasprimento dei prezzi delle materie prime; i flussi migratori stavano crescendo. Nonostante tutto questo, Meloni ha saputo reagire sicché “fra tutti i Paesi europei – scrive il quotidiano – l’Italia è per una volta tra quelli che destano meno preoccupazione”.

Tutti risultati ottenuti grazie a una legge finanziaria che ha saputo ridare stabilità alla Nazione, sostenendo maggiormente le fasce deboli del Paese. È per questo motivo che secondo Nicola Porro, padrone di casa, si tratterebbe di un Bilancio in stile “centrosinistra” – non spiegandosi a questo punto le critiche delle opposizioni – ma Meloni non ci sta: “Credo che sia di destra prendere le poche risorse che si hanno e concentrarle sulla crescita. Credo che sia di centrodestra concentrarsi sul lavoro e su mettere più soldi in tasca gli italiani. Credo che siano di centrodestra gli incentivi alla natalità concentrati sulle mamme lavoratrici. Credo che sia di centrodestra non considerare i lavoratori autonomi figli di un dio minore”. In merito alla manovra dunque Meloni non fa sconti e rivendica la maternità di “una riforma fiscale attesa da 50 anni” che mira, in sostanza, a ridurre le tasse, a far crescere la Nazione, a liberare il cittadino dallo stato di suddito verso il fisco ma al contempo efficientando i controlli sull’evasione. Misure, queste, che, malgrado mirate alle fasce più basse, sono servite a ridare stabilità e credibilità alla nostra economia, con conseguente giovamento per tutto il settore: la crescita della Borsa e il boom dei Btp lo dimostrano.

Sul Superbonus, infine, Giorgia Meloni ha ribadito la sua contrarietà a una misura che, seppur nata col buono proposito di ravvivare il settore edilizio in forte difficoltà, è stata scritto “così male” da configurare come “la più grande truffa ai danni dello Stato italiano della storia”: questo a causa dei 140 miliardi di euro costati nel complesso, a causa della cessione dei crediti che ha agevolato banche e intermediari finanziari e a causa delle continue frodi. La tesi di Giorgia Meloni si basa su dati netti e incontestabili: “La misura – ha detto Meloni – costa a ciascun italiano, neonati compresi, compresi quelli che non hanno una casa, più di 2.000 euro a testa. Il 50% di queste risorse – ha proseguito – sono andate a beneficio del 10% della fetta più ricca della popolazione, cioè gente che non aveva una casa ha pagato per ristrutturare la seconda casa del milionario”. E se ancora dalle opposizioni si sente dire che grazie al Superbonus il Pil in quegli anni è cresciuto come mai aveva fatto prima, Meloni ha risposto con la teoria economica del “rimbalzo del gatto morto”: proprio come un gatto che, più grande è il tonfo, più rimbalza, così il Pil che, dopo il -11% della pandemia, ha registrato una buona crescita. Ma certo non è merito del Superbonus, il cui peso da 140 miliardi quadruplica il valore della nuova legge di bilancio: “Quest’anno – ha asserito Meloni – ho fatto una manovra di 30 miliardi. Partivo da 20 da pagare sul superbonus e 13 sul debito: il superbonus s’è mangiato una finanziaria e così sarà – ha concluso – nei prossimi anni”.

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