In occasione della quarta edizione della “La terrazza della dolce vita”, che si svolge ogni anno al Grand Hotel di Rimini, gli ideatori dell’evento Giovanni Terzi e Simona Ventura, hanno organizzato un incontro di dibattito e approfondimento sulla situazione in Bielorussia nel contesto dell’aggressione russa contro l’Ucraina. L’incontro, a cui hanno partecipato il Presidente della Commissione per le Politiche dell’UE senatore Giulio Terzi (FdI) e il senatore francese André Gattolin, è stato aperto con un messaggio video di Sviatlana Tsikhanouskaya la presidente del Gabinetto di Transizione Unito della Bielorussia costretta all’esilio in Lituania dall’agosto 2020, quando gli elettori bielorussi la scelsero come legittima presidente del Paese. Come dichiarato dall’UE, dall’OSCE e da numerosi osservatori internazionali, con gli ennesimi brogli e manipolazioni, il regime di Lukashenko ha impedito il cambiamento democratico chiaramente indicato e rivendicato dalla stragrande maggioranza dei cittadini e mantenuto il Paese sotto il pugno di ferro come avviene dal 1994 ininterrottamente.
“Il sogno della popolazione bielorussa è di entrare a far parte della comunità europea. Non come ospiti ma come benvenuti e affidabili vicini. La cultura e la storia bielorussa ci legano all’Europa e speriamo che un giorno questo legame si diventi realtà” ha detto la leader bielorussa, che ha ricordato anche come abbia dovuto prendere il testimone elettorale di suo marito, Sergei Tsikhanouski, perché arrestato e incarcerato proprio poche settimane prima delle elezioni del 2020 alle quali si era candidato. Quanto accaduto a Tsikhanouski, riguarda migliaia di persone incarcerate per aver manifestato contro il regime. “Il dittatore Lukashenko – ha proseguito la leader bielorussa – tiene in ostaggio prigionieri politici che sono vittime di abusi dei diritti fondamentali, di trattamenti disumani e brutali. A molti di loro vengono rifiutate assistenza sia legale che medica e sono già due i detenuti politici deceduti in carcere. Negli ultimi tre anni, circa 6000 cittadini hanno trascorso del tempo in carcere con accuse politicamente motivate. I media stranieri sono stati espulsi o costretti a fuggire”.
Tsikhanouskaya ha poi ringraziato Giulio Terzi per aver propiziato l’incontro a luglio con il Presidente del Consiglio Meloni, il Ministro degli Esteri Tajani e i parlamentari della Commissione Esteri e la Commissione per le politiche dell’UE del Senato. Infine ha ribadito l’urgenza di sanzioni politiche ed economiche contro Lukashenko, la sua incriminazione ,in sede di giustizia internazionale, ha invitato i Paesi democratici a proseguire nel sostegno ai prigionieri politici, auspicando anche la realizzazione di un Piano Marshall per la ricostruzione democratica della Bielorussia. “Questo è necessario affinché il lungo cammino della libertà per la Bielorussia possa continuare e raggiungere il traguardo che ci siamo prefissati”.
Il Sen. Terzi ha sottolineato la gravità delle elezioni fraudolente bielorusse, manipolate come avviene in Russia, in Iran e in altre dittature. Per Terzi: “la Bielorussia è un Paese che ha un disperato bisogno di essere compreso, in particolare da noi Europei. Oltre alle sanzioni, è in attiva una campagna di sostegno ai prigionieri politici e ai dissidenti. Ad oggi sono 863 i prigionieri ‘adottati’ grazie ad un’iniziativa che vede il collega francese Gattolin tra i suoi estensori. Un’azione resa ancor più urgente dalla russificazione apparentemente inarrestabile di tutta la Bielorussia, così Giulio Terzi che in conclusione ha fatto presente che perfino il bielorusso, nonostante sia la lingua nazionale, è bandito dagli atenei, dagli uffici pubblici e dalle strade e le piazze stesse della Bielorussia. Un processo di sradicamento dell’identità, della cultura e delle tradizioni attuato mediante la marionetta putiniana di Lukashenko aggravato dal quadro dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina a cui la Bielorussia fornisce un criminale sostegno.
Dopo Terzi, è intervenuto il senatore francese André Gattolin che, da parte sua, ha notato come sia facile abituarsi alla pace che deriva dal vivere in una democrazia, mentre è importante rimanere vigili perché la democrazia e lo stato di diritto non sono acquisiti per sempre. Essi sono un bene che deve essere salvaguardato dai pericoli e le minacce interne ed esterne e senza perdere di vista cosa ci accade attorno e cosa serve per contrastare la negazione di libertà e conoscenza. Per questo ha sostenuto con Giulio Terzi e il Comitato Globale per lo Stato di Diritto “Marco Pannella” l’iniziativa per il riconoscimento del “diritto alla conoscenza” in sede di Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa e per questo è tra i promotori della candidatura a Premio Nobel per la Pace di Vladimir Kara-Murza, il giornalista oppositore russo condannato a 25 anni di carcere da un carcere di Mosca per tradimento. Aiutare queste persone è imperativo per continuare ad aiutare la resistenza e la democrazia che incarnano per oggi e per il domani.