Terzi (FdI): rispetto diritti umani sia elemento prioritario e distintivo della politica estera italiana

Il Sen. Giulio Terzi (FdI) è intervenuto in aula per constatare con viva soddisfazione l’emergere di una condivisione espressa oggi da tutte le forze politiche intervenute nel dibattito sui valori fondanti del rispetto dei diritti umani, della libertà, del pluralismo politico e dello stato di diritto.

“Condivido pienamente quanto detto dai colleghi Scalfarotto e Casini – ha detto Terzi – in particolare rispetto alla condizione estremamente drammatica in cui verso Alexei Navalny che da troppo tempo patisce violenze e repressioni inaudite da parte del regime di Putin. Ciononostante la sua figura continua ad essere un essenziale punto di riferimento ed un ammirevole per l’intero mondo libero che va difeso e affermato a cominciare da tutte le nostre istituzioni.”

Terzi ha aggiunto che “Navalny non è solo un simbolo. Navalny deve poter continuare a vivere e noi dobbiamo esprimere un fermo impegno politico per ottenere concrete un miglioramento immediato delle sue condizioni carcerarie, con l’obiettivo di riottenerne la libertà. Questo impegno deve incoraggiare tutti coloro che lo sostengono nella lotta contro le gravissime repressioni del regime di Putin. Analogo impegno deve valere per mettere costantemente e sempre più in evidenza la gravità delle sue azioni criminali in Ucraina.”

Infine, “il rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto sono di fondamentale importanza per l’azione del Governo. Il Parlamento deve incoraggiare e sostenere il Governo a farne, nei dovuti modi, elementi prioritari e di forza della politica estera italiana in tutti gli incontri bilaterali e multilaterali. Mi auguro, a nome del mio gruppo, che questo segnale forte di sostegno e incoraggiamento di quest’aula oggi al Governo possa essere utile a rafforzare una linea e iniziative in piena coerenza con i principi fondanti della Costituzione italiana e dei Trattati europei”, ha concluso Terzi.

Questo deve in particolare anche per le opposizioni in altri paese i governati da regimi totalitari come Cuba, Venezuela, Iran. Dobbiamo ricordare a tale proposito le inaudite repressioni perpetrate dal regime iraniano a danno del suo stesso popolo, delle donne e soprattutto dei rifugiati politici del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniano ospitati a Camp Ashraf in Albania, oggetto di un’ampia strategia di disinformazione, radicalizzazione e odio con la quale il regime iraniano li sta colpendo cercando di eliminarne persino l’esistenza da troppi anni.

 

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