Per Elly Schlein non c’è mai fine al peggio, un dramma tragicomico continuo, dalla sua candidatura alle europee, osteggiata da tutti, sulle candidature che vorrebbe per Bruxelles, sulle quali nessuno ha risposto, sulla politica estera e adesso anche sul terzo mandato.
In queste ultime settimane è stato centrale nel dibattito la possibilità o meno di estendere il limite dei due mandati (si parla della carica di governatore della regione) a ben tre mandati.
La commissione affari costituzionali del Senato boccia il terzo mandato, l’emendamento viene respinto, la Premier Meloni ricorda che il terzo mandato “non era inserito nel programma” di governo e rassicura: “non è una materia che crea problemi alla maggioranza”.
Sul tema il centrosinistra è entrato in confusione, come spesso accade, non avendo chiara la posizione da adottare al riguardo, optando infine per il no.
Il Partito Democratico era convinto di spaccare la maggioranza, e invece, ancora una volta la strategia di voto dell’opposizione ha provocato una spaccatura interna ancora più profonda, per un Pd che deve fare i conti anche con l’ira dei sindaci democratici.
I tentativi della segretaria del PD di compattare un opposizione ormai in pezzi e recuperare un minimo di unità, in vista del voto in Sardegna, continuano miseramente a fallire. Gli effetti collaterali dati dall’asse Movimento 5 Stelle e con Alleanza Verdi e sinistra, non tardano ad arrivare.
Il malcontento arriva anche dall’area Bonaccini, che insorge contro la Schlein “Forte disappunto per il voto del Partito Democratico in Commissione al Senato. Non è stato rispettato l’impegno preso in direzione al fine di salvaguardare l’unità del PD. Quindi, il Pd si è spaccato”, riferiscono fonti di Energia popolare, la corrente interna al PD organizzata attorno al presidente Stefano Bonaccini. “Ci sarà da gestire il malcontento di sindaci e presidenti di Regione e, dopo il voto in Sardegna, se ne discuterà”, aggiungono le stesse fonti. Insomma, nonostante il bivio che ha separato Fdl e FI da un lato e Lega dall’altra sul voto del terzo mandato, la Schlein non ha saputo indirizzare il suo partito. Ancora una volta le conseguenze più schiaccianti sono state quelle del Pd che ha scatenato l’ennesima furia interna.
Un universo tutto particolare quello democratico fatto di confusione e dolore senza fine, sembra non avere tregua, ora dovrà interfacciarsi anche con la rabbia dei sindaci e dei governatori del PD in subbuglio che non si sentono più rappresentati dal loro partito a causa degli attriti provocati dal tema scottante.