L’ultima giornata di Fenix si apre all’insegna della verità. A introdurre gli ospiti è Mattia Rocco (GN).
Innovazione e valori
Il primo a salire sul palco è Gabriele Ferrieri, Presidente dell’“Associazione Nazionale Giovani Innovatori”. Parla di un “nuovo umanesimo digitale”: “La trasformazione tecnologica deve essere guidata da istituzioni e giovani, in modo etico e sostenibile. L’obiettivo è sviluppare pensiero critico e mettere i ragazzi al centro di questa evoluzione”.
Segue Gino Zavalani (Direttore editoriale di Esperia): “Noi di Esperia, raccontiamo politica e attualità con una lente filo-occidentale. Oggi, soprattutto sui social, difendere i valori dell’Occidente sembra rivoluzionario. Ci vogliono convincere che viviamo dalla parte sbagliata del mondo. Noi rispondiamo con orgoglio”.
Poi l’affondo sul Ministro Sangiuliano: “È stato colpito da un sistema mediatico che non perdona chi prova a smantellare il loro monopolio culturale”.
Infine ricorda Charlie Kirk: “Raccontiamo Charlie Kirk, assassinato in mondo visione per quello che è, un martire dell’occidente. In occidente è nata la generazione Kirk, quella che usa la forza, ma delle parole e delle proprie idee, per rendere il mondo un posto migliore.”
Comunità Incontro: Trasformazione e Rinascita
Sul palco salgono Martina Nicolase e Gabriele della Comunità Incontro, fondata nel 1963 per la cura delle dipendenze e delle tossicodipendenze. “Dalla parola Fenix deriva Fenice: un uccello mitologico che dopo la sua morte rinasce dalle ceneri attraverso una trasformazione. Trasformazione e rinascita sono le nostre parole chiave.” Poi rivolge parole di ringraziamento al Governo per il sostegno: “Ci permette di combattere le dipendenze, ogni giorno”.
Poi la testimonianza diretta di Gabriele: “Ho iniziato con le canne, poi cocaina, spaccio, carcere. Ero diventato un cadavere che camminava. La comunità è stata il mio faro: oggi ho ritrovato salute e sorriso. La vita è troppo preziosa per sprecarla”. Un lungo applauso accompagna le sue parole.
“Scomodo come la verità”
È il turno di Emanuel Cosmin Stoica, influencer e scrittore. Emanuel è affetto da Sma (atrofia muscolare spinale). “Sono nato in Romania, ma è l’Italia che mi ha salvato la vita. La cittadinanza non è un pezzo di carta: è un debito di riconoscenza. Oggi si parla troppo di diritti e poco di doveri”.
Poi attacca il politicamente corretto: “Hanno trasformato la disabilità in uno spettacolo. Meglio essere etichettato come fascista che applaudito da ipocriti”.
Sul fine vita: “La vera libertà non è scegliere come morire, ma poter vivere fino in fondo con dignità”. E sul suo libro, Scomodo come la verità: “Non chiedo favori o pietà. Voglio rispetto, giustizia e verità. Se questo significa essere scomodo, continuerò ad esserlo”.
Il ricordo vivo di Charlie Kirk
Infine prende la parola Lorenzo Caccialupi, che racconta di aver conosciuto Charlie Kirk a San Diego: “Era carismatico, credeva nella libertà di espressione ed era sempre aperto al dialogo. Chi muore per le sue idee è un eroe, e gli eroi vanno ricordati”.
Poi la stoccata: “Quanto vale una persona che gioisce per la morte di un ragazzo di 31 anni?”. E conclude con una proposta: “Abbiamo bisogno di un Turning Point (l’organizzazione fondata da Kirk con lo scopo di sostenere e diffondere idee di stampo conservatore nelle scuole e nelle università) in Italia e in Europa”.
Comunità, testimonianza, passione: questo è stato Fenix. E durante questo panel voci diverse hanno raccontato un unico messaggio: il coraggio di dire la verità, senza filtri, è l’unica strada per costruire un tempo nuovo.