Torino, 16 ottobre 2025. La scena si ripete, ma ogni volta è più grave. Questa mattina, davanti al Liceo Artistico “Primo” di Torino, i militanti di Gioventù Nazionale – sezione D’Annunzio sono stati aggrediti verbalmente e fisicamente da un gruppo di studenti riconducibili ai collettivi dell’estrema sinistra.
L’iniziativa del movimento giovanile di Fratelli d’Italia aveva un obiettivo lodevole: parlare con gli studenti di rispetto, legalità e lotta al degrado giovanile, in particolare contro il fenomeno delle baby gang. Ma il confronto pacifico è presto degenerato in un episodio di intolleranza e violenza politica.
“Appena abbiamo iniziato la nostra attività – raccontano i militanti – un gruppo di ragazzi ci ha circondati urlando insulti e minacce. Sono volati spintoni e parole gravissime come ‘ti ammazzo, porco D*’*, nel tentativo di impedirci anche solo di restare davanti al cancello.”
Un’aggressione in piena regola, in un luogo che dovrebbe rappresentare la culla del dialogo e del confronto: la scuola.
Gioventù Nazionale: “Non ci fermeranno. Noi parliamo di rispetto e legalità”
Il gruppo di Gioventù Nazionale ha espresso in un comunicato il proprio sdegno per quanto accaduto, denunciando “l’ennesimo episodio di intolleranza e violenza politica” dentro un istituto scolastico.
“I collettivi di sinistra – scrivono – si riempiono la bocca di parole come tolleranza e inclusione, ma nei fatti dimostrano di essere i primi a negare la libertà altrui. Noi non ci faremo spaventare né fermare da questi atteggiamenti intimidatori. Continueremo a parlare ai ragazzi di rispetto, responsabilità e coraggio. Temono il nostro messaggio perché rompe il muro del pensiero unico che per troppo tempo ha dominato questi ambienti.”
Parole che fotografano bene il clima che si respira da tempo nelle scuole torinesi, dove l’attivismo politico di Sinistra sembra trasformarsi sempre più spesso in intimidazione organizzata.
Marascio (FdI): “Un clima d’odio alimentato dai collettivi”
Sulla vicenda è intervenuto anche Raffaele Marascio, consigliere di Fratelli d’Italia e da sempre vicino alle battaglie di Gioventù Nazionale. In esclusiva per La Voce del Patriota, ha dichiarato:
“A Torino si sta creando un clima sempre più pesante e preoccupante. I collettivi dell’estrema sinistra stanno alimentando un vero e proprio clima d’odio nelle scuole e nelle università, dove ormai chi non si allinea alla loro visione rischia insulti o aggressioni. È inaccettabile che proprio nei luoghi della formazione si diffonda questa cultura dell’intimidazione.”
Marascio chiede un intervento deciso da parte della politica e delle istituzioni:
“Serve un intervento serio delle istituzioni cittadine, i silenzi complici e i tentativi di tolleranza, come quello della legalizzazione del centro sociale Askatasuna non possono essere più accettati. La libertà di espressione non è negoziabile e va difesa con forza.”
Dopo quanto accaduto oggi, è difficile dargli torto.
Dai “cattivi maestri” ai “cattivi allievi”…
Solo poche settimane fa, La Voce del Patriota aveva denunciato un altro episodio inquietante avvenuto sempre a Torino: il 24 settembre, un docente era stato protagonista di “intimidazioni” nei confronti di una studentessa di Gioventù Nazionale. (Leggi l’articolo: “Tornano i ‘Cattivi Maestri’? A Torino, un docente legittima la violenza contro una ragazza di Gioventù Nazionale”)
E oggi, a meno di un mese di distanza, la profezia si è avverata: prima sono stati i professori a legittimare la violenza, ora sono i coetanei a praticarla.
Forse è proprio questo il frutto dei “cattivi maestri”: aver tolto ai giovani violenti il timore delle conseguenze, inculcando la convinzione che picchiare o minacciare un militante di destra sia un atto “giusto”?
La “doppia morale” della Sinistra!
Non si può restare in silenzio davanti a questi episodi.
La sinistra predica libertà di parola, ma la nega a chi la pensa diversamente.
Predica uguaglianza, ma la riserva solo ai portatori del pensiero unico.
E quando accadono fatti simili, spesso preferisce minimizzare o tacere, piuttosto che condannare apertamente.
Le colpe non sono solo della sinistra di piazza, ma anche di quella istituzionale:
- quando non condanna l’assassinio di Charlie Kirk;
- quando candida e fa eleggere in Europa una “comunista”, certo non “pacifica”, come Ilaria Salis;
- quando accusa Giorgia Meloni e il governo italiano di avere “le mani sporche di sangue” e di essere “complice di genocidio”.
Le parole hanno un peso. E chi a sinistra si autodefinisce “intellettuale” o “professore” dovrebbe ricordarselo.
Un appello alla responsabilità
Torino non è ancora negli anni di piombo, ma serve attenzione. Quel clima d’odio non nacque in un giorno: fu il frutto di una lenta degenerazione, fatta di silenzi, legittimazioni e indifferenza. Oggi, di fronte a insulti e minacce, non possiamo fingere che “vada tutto bene”.
Serve una presa di posizione netta, chiara, senza ambiguità.
Perché la libertà — quella vera — vale solo se è per tutti. E chi la nega, anche dietro una bandiera rossa (o arcobaleno), è il primo a tradirla.
Giorgia ce lo ricorda: “Non ci troverete mai con lo sguardo basso”
Davanti a questa ondata di odio, la destra non arretrerà.
Come ricordava Giorgia Meloni in un discorso che oggi suona più attuale che mai:
“Non ci troverete mai con lo sguardo basso, con il capo chino, a chiedervi il permesso di essere quello che siamo, perché noi abbiamo scelto di essere quello che siamo. Abbiamo scelto di essere diversi da voi, alternativi a voi.”
Parole che oggi diventano un manifesto di resistenza civile. Perché la violenza può ferire, ma non piegare chi ha scelto la via del coraggio e della libertà.