“Manca strategia Paese, rischiamo emarginazione mentre potremmo essere protagonisti”: è quanto rileva il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, responsabile Impresa di FdI e vice presidente del Copasir, nella prima interrogazione rivolta al presidente del Consiglio e al neo ministro per la transizione digitale.
“La situazione è grave ma è ancora recuperabile: serve chiarezza di intenti e un progetto chiaro e condiviso, quello che sinora è mancato negli Esecutivi che si sono susseguiti negli ultimi dieci anni”.
Urso evidenzia come “trent’anni fa un’azienda italiana come Telecom era tra le prime cinque aziende mondiali di telecomunicazioni prima che scellerate politiche di privatizzazioni, prive di visioni strategiche, ne distruggessero il patrimonio”; mentre ora “l’Italia è pericolosamente indietro tra i mercati europei delle telecomunicazioni, lenta nel ridurre il gap infrastrutturale e di mercato esistente, incapace di garantire l’accesso alla rete internet a tutta la popolazione, assicurandone la velocità”.
Il senatore di FdI rileva, quindi, che il controllo della società della rete unica, in ragione della sua importanza e strategicità, rappresenta una condizione imprescindibile per la sicurezza dello Stato, per la sicurezza dei cittadini e per l’esercizio stesso delle prerogative afferenti alla sovranità dello Stato, e deve pertanto essere saldamente mantenuto in mani italiane e sotto un controllo effettivo dello Stato”, mentre sinora l’Esecutivo “è sembrato non avere affatto una chiara posizione in merito, lasciando addirittura pensare che voglia favorire il controllo da parte di una azienda straniera”.
Preso atto che “il governo ha ritenuto necessario costituire un Ministero per la transizione digitale che dovrà necessariamente affrontare le tematiche delle infrastrutture digitali quali presupposto per la digitalizzazione del Paese e della sua innovazione e riconversione produttiva”, Urso denuncia la politica attuata sui cavi marittimi da altri partner europei, come Francia e Germania, che rischia di isolarci mentre dovremmo essere centrali, e chiede quindi al neo Ministro e in generale al governo “quale sia l’impegno per favorire la realizzazione di accordi bilaterali e multilaterali che abbiano come destinazione il nostro Paese come sarebbe naturale e più conveniente per chiunque poi utilizzi i cavi per la trasmissione di informazione e dati; se, alla luce della strategicità dell’infrastruttura che gestisce il trasporto dati di lunga distanza, il Governo non intenda esercitare il golden power per riprendere il possesso della società italiana Interoute S.p.a., sottraendola all’operazione di vendita della società Interoute Comunications, la multinazionale europea ceduta all’americana GTT Comunications, Inc; se non ritenga utile ai fini strategici che Cassa Depositi e Prestiti utilizzi i suoi strumenti per favorire l’acquisizione da parte di soggetti italiani di tutti gli asset europei di Interoute Comunication, al fine di creare, anche con la partecipazione di Sparkle, un vero champion mondiale delle telecomunicazioni a guida italiana nel contesto di una rete unica nazionale a controllo pubblico; se condivide, insomma, la necessità di adoperarsi in ogni contesto per la realizzazione di un progetto nazionale che faccia tornare il nostro Paese protagonista sul piano tecnologico e industriale della nuova economia digitale globale”.