Toh! Rispuntano le Sardine e insultano la Meloni.

La riscoperta del calore familiare, la possibilità di stare di più accanto ai nostri figli, la lettura di un buon libro e la scomparsa del capo sardina erano gli aspetti positivi di questo isolamento forzato. E niente, Santori non ci ha voluto regalare un altro po’ del suo prezioso silenzio e ieri, dopo giorni di mutismo, é ricomparso sulla stampa. In realtà la “colpa” è di qualche zelante giornalista che ha deciso di andarlo a stanare nel nel rifugio antiatomico all’interno del quale si è inchiavardato dall’inizio dell’epidemia, guardandosi bene dal cercare di rendersi in qualche modo utile alla Nazione.

Ma tant’è e ci sarebbe stato anche bene se avesse continuato a tacere. Invece no, tanto pavido nell’agire quanto tronfio nel pontificare e tra le sesquipedali idiozie che ha belato spicca su tutte l’accusa di “patetismo” rivolta alla Meloni. In sostanza, secondo il pesce, la leader di Fratelli d’Italia sarebbe patetica perchè avendo sempre fatto campagna elettorale contro il governo su “temi facili”, oggi che il governo sta gestendo una crisi epocale non saprebbe che fare. Non è certo la sede questa per enumerare le miriadi di proposte politiche che Fratelli d’Italia ha messo in piedi dall’inizio della crisi ed il lavoro indefesso che, nonostante tutto, sta svolgendo la Meloni assieme i suoi parlamentari, ma sorge spontanea una domanda: cosa hanno fatto e/o anche solo detto le sardine dall’inizio di questa tragedia? Hanno forse promosso campagne, fatto proposte, organizzato sottoscrizioni o donato parte del proprio tempo o denaro a beneficio della comunità? No. Quindi meglio il preteso “patetismo” di Giorgia, che sta facendo, senza risparmiarsi, il proprio lavoro di leader di opposizione, che lo “scomparismo” di Santori, il quale passa le proprie giornate probabilmente a rimbalzare palloni da basket in casa. Si rammenti, inoltre, che quando è iniziata tutta questa vicenda il Nostro coi suoi quattro gatti, o meglio quattro pesci, scimmiottava la necessità di indossare la mascherina mettendosi un libro davanti alla bocca e accusando chi chiedeva più controlli di razzismo e ignoranza.

La carenza di mascherine è un’emergenza e data la dabbenaggine anche di soggetti come lui ora per strada in molte città c’è l’esercito per controllare e limitare gli spostamenti e lui che fa? Non ha neanche la decenza di porgere le proprie scuse e dall’accusa di razzismo pindaricamente passa a quella di sciacallaggio politico.

Ebbene, dopo tutto ciò, a chi oggi gli contesta una totale assenza dal panorama politico e mediatico, Santori risponde di essersi semplicemente attenuto alle disposizioni, rimanendo a casa.
Chi lo spiega al sardone che quando ci si fa carico di istanze politiche e sociali e ci si rende portavoci di un’esigenza collettiva le responsabilità sono diverse rispetto a quelle dei privati cittadini? Che le battaglie si portano avanti nonostante tutto e a maggior ragione quando la comunità è in difficoltà.

Ma è interessante notare che belli capelli Santori si è misurato da solo, perché in questo frangente si è rivelato non essere neanche per errore il leader del movimento apparentemente spontaneo di sardine, creato da uno scienziato pazzo nel laboratorio di esperimenti che si trova nei sotterranei della sede del partito democratico.

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