“La fiducia nella magistratura e nella giustizia non viene meno neppure di fronte alla gravità di misure così rilevanti. Sono certo che gli inquirenti abbiano fatto indagini e raccolto prove per arrivare a questa scelta. Spero, oggi più che mai che, che si proceda velocemente visto che parliamo di Giovanni Toti, politico per il quel nutro stima e governatore in carica di una delle Regioni più importanti d’Italia, oggi gettata nello scompiglio generale che avrà conseguenze importanti per i cittadini e gli operatori economici. Giova comunque fare un paio di riflessioni: sottoporre agli arresti domiciliari un governatore oggi per presunti eventi corruttivi avvenuti anni addietro suscita qualche dubbio procedurale soprattutto se l’evento avviene a 30 giorni da una competizione elettorale. Se fossi magistrato per principio prudenziale la misura detentiva nei confronti di un presidente di Regione – carica prevista dalla Costituzione – la utilizzerei con estrema ratio, da usare soltanto con pistola fumante e in flagranza di reato. Diversamente si delegittima soltanto la classe dirigente della nazione e si inducono i cittadini i a disertare le urne. Non capisco cosa sarebbe cambiato, dopo aver atteso anni dai fatti indagati, aspettare il 10 giugno”.
E’ quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.