Gli esiti del tavolo tecnico allargato tra MIT, CTS, MIUR e Ministero della Salute non sono positivi. Continuano le preoccupazioni degli Enti Locali sull’utilizzo del trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano, automobilistico e ferroviario.
Il dott. Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, in audizione in commissione Cultura alla Camera ha dichiarato che “Per quanto riguarda il tpl, abbiamo dato indicazioni che stiamo formalizzando al Mit, che valuta e analizza gli studi e le verifiche effettuate sui contagi sui trasporti pubblici. Quello che c’è di scientificamente rilevante nella comunità internazionale e dato suggerimenti sull’uso delle mascherine. Abbiamo dato indicazioni sulla riorganizzazione degli orari di ingresso e uscita a scuola e suggerito i dispencer di igienizzanti a bordo. Questo porta a rendere compatibile un uso adeguato al trasporto pubblico destinato ai ragazzi e alle strutture”.
In più occasioni le Regioni hanno manifestato le preoccupazioni in merito alle regole che dovrebbero entrare in vigore a settembre, che prevedono il dimezzamento della capienza dei mezzi e quindi l’impossibilità ad assicurare un servizio efficace in coincidenza con l’apertura delle scuole.
Solo per il trasporto scolastico, che vorrei ricordare corrispondere al cd. “scuolabus”, è ammessa una deroga per cui si potrà viaggiare con la capienza massima consentita «nel caso in cui la permanenza degli alunni nel mezzo…non sia superiore ai 15 minuti». L’allegato all’ultimo Dpcm, dedicato esplicitamente alle linee guida per il trasporto scolastico, consente la deroga alla distanza di un metro «nel caso in cui sia possibile l’allineamento verticale degli alunni su posti singoli e sia escluso il posizionamento cosiddetto faccia a faccia». Per cui vige la regola del distanziamento sociale a bordo di tutti i mezzi dedicati al trasporto pubblico locale. Su questo punto occorre fare chiarezza, avendo letto approfondimenti di natura diversa rispetto alle indicazioni dell’allegato al Dpcm.
Ribadisco, ciò significa che solo i mezzi dedicati allo scuolabus possono viaggiare a pieno carico per spostamenti inferiori a 15 minuti. Pensare di estendere questa assumption al TPL tradizionale risulta molto complicato.
Regioni ed Enti locali hanno evidenziato che in questo modo “rischiano di mancare all’appello il 50% dei mezzi” destinati a soddisfare la domanda di mobilità sistematica.
Ragion per cui è in corso un tavolo tecnico Istruzione-Trasporti-Cts-Anci-Upi-Regioni per definire un nuovo documento finalizzato alla ricerca di un protocollo di mediazione a garanzia dell’efficacia del servizio pubblico e della massima sicurezza per i lavoratori e gli utenti. Le ipotesi al vaglio sono tante e differenti tra di loro per tipologia di mezzo utilizzato: dall’installazione di parafiati laterali tra le sedute sui treni regionali e sugli autobus extraurbani ai divisori leggeri in stoffa o altro materiale per i mezzi dedicati al trasporto pubblico in ambito urbano.
Escamotage per permettere una deroga ai limiti del 50% della capienza massima delle persone a bordo degli autobus. A settembre le aziende saranno pronte a fronteggiare l’adeguamento dei mezzi?
Difficile dirlo.
In questi mesi ho avuto modo di porre all’attenzione degli addetti al settore alcuni suggerimenti, utili a fronteggiare la ripresa degli spostamenti di gran parte dei lavoratori e degli studenti. Sono sempre più convinto che occorra definire forme di trasporto pubblico complementari a quelle tradizionali e improntate sulla logica della flessibilità nella scelta dei percorsi, nella sequenza delle fermate, nei tempi (orari e frequenze), nella dimensione della domanda di mobilità.
Aspetti sui quali converge Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome:
“Al Governo abbiamo posto tre questioni fondamentali.
Punto primo: occorre che le risorse del DL Agosto siano rapidamente erogate. Abbiamo infatti chiesto che non si perda tempo, che si attribuiscano sulla base degli stessi criteri che abbiamo già utilizzato per il fondo nazionale trasporti. Serve anche uno snellimento del regime autorizzatorio per abilitare altri mezzi a svolgere i servizi di linea.
Punto secondo: si deve agire soprattutto sulle linee extraurbane.
Punto terzo: è opportuno chiudere rapidamente i tavoli regionali coordinati dal Ministero dell’Istruzione sulla flessibilità degli orari scolastici al fine di avere un quadro chiaro sulla base del quale rimodulare i servizi di Trasporto pubblico locale ove necessario.”
Nuove forme di servizi di trasporto, flessibili sul territorio e nel tempo, possono risultare la risposta alle esigenze manifestate nel pieno rispetto del distanziamento sociale. Servizi speciali, una sorta di taxi collettivo allargato, implementati per il soddisfacimento degli spostamenti degli utenti attraverso pluri modalità di prenotazione (app, sms, telefono, web). È un modo per integrare il servizio di trasporto pubblico locale in queste condizioni per cui è strettamente necessario monitorare la domanda di mobilità a bordo dei bus.
In sostanza la corsa viene effettuata solo quando serve ed al tempo previsto, evitando all’utente inutili attese e quindi nel pieno rispetto delle indicazioni riportate nei protocolli di sicurezza.
Il servizio flessibile è una soluzione operativa da cui si possono trarre grossi vantaggi: l’utente prenota una corsa in pluri modalità. L’azienda organizza il servizio in funzione della domanda di mobilità prenotata, le informazioni sulla domanda sono condivise con i passeggeri, in attesa nelle pensiline delle fermate o dei capolinea. Tutto in pieno rispetto delle regole anti Covid.
Un suggerimento che potrebbe contribuire al rispetto delle regole sul distanziamento sociale, che però non può prescindere dal senso civico e dalla collaborazione del cittadino al fine di mantenere la distanza interpersonale di un metro.