Trasporti, Ruspandini (FdI). Fallimento del Governo su tutta la linea, il Ministro De Micheli rassegni le dimissioni

“Da nove mesi a questa parte stiamo assistendo ad uno scempio organizzativo del MIT che avrebbe dovuto realizzare il nuovo sistema del TPL senza aver invece concretizzato nulla. Di questo abbiamo parlato oggi nella riunione del Dipartimento Nazionale Trasporti di FdI per sottolineare che per il Trasporto Pubblico Locale il governo ha fallito su tutta la linea”.

Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Massimo Ruspandini, responsabile nazionale del Dipartimento Trasporti di Fratelli d’Italia.

“Il trasporto pubblico locale – sottolinea Ruspandini – è ancorato a vecchi e superati modelli di gestione e di governance. Occorre un cambiamento coraggioso di riorganizzazione generale del trasporto pubblico in Italia, intervenendo in modo strutturale e coordinato fornendo linee guida ferme e certe alle Regioni e misure economiche adeguate. Riteniamo assolutamente inadeguate le misure per la tutela degli operatori taxi, NCC e Bus Turistici e abbiamo focalizzato l’attenzione sulla situazione drammatica che sta vivendo l’intero comparto aereo che coinvolge circa 200mila lavoratori. Rimangono ancora senza risposta molte istanze da parte di compagnie aree, di società di servizi e di gestione aereo portuali. Il piano industriale dell’ATI-Alitalia è scomparso da mesi ma è stato nominato un Cda composto da quasi dieci persone, come nella migliore tradizione della Prima Repubblica. Dobbiamo infine segnalare l‘incresciosa vicenda dell’amministratore delegato di FS Gianfranco Battisti: varie Procure stanno indagando per una presunta frode e le deprecabili assunzioni facili in Enav Tehcnosky”.

“Ascoltati tutti gli appartenenti al Dipartimento che lavorano nei vari settori del trasporto – conclude Ruspandini – ho dovuto constatare il fallimento del governo Conte e del suo ministro De Micheli soprattutto nell’impreparazione nell’affrontare la seconda ondata della crisi Covid, pertanto sarebbe una scelta dignitosa se il ministro desse le proprie dimissioni”.

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