Trump lancia l’attacco all’Iran: colpiti tre siti nucleari con i B-2 americani

La notte del 21 giugno 2025 entrerà nei libri di storia. Gli Stati Uniti, con il presidente Donald Trump in diretta dalla Casa Bianca, hanno confermato un attacco militare su tre obiettivi strategici del programma nucleare iraniano: Fordow, Natanz ed Esfahan. L’operazione, definita da Trump “un successo storico”, ha visto l’impiego di bombardieri stealth B-2 e delle potentissime bombe penetranti GBU-57 da 13.600 kg, capaci di distruggere strutture sotterranee a oltre 60 metri di profondità.

L’azione militare è avvenuta in pieno coordinamento con Israele, che da giorni martellava le difese iraniane. Adesso, con l’intervento diretto degli Stati Uniti, lo scenario evolve in modo drammatico. Nella Situation Room erano presenti, tra gli altri, il direttore della CIA John Ratcliffe e il segretario di Stato Marco Rubio.Il fronte si allarga: evacuazioni, blackout e tensioni diplomaticheIn risposta agli attacchi, l’Iran ha attivato le difese aeree in diverse province e ha confermato esplosioni nei pressi di Qom e Khuzestan. Il governo di Teheran ha inoltre oscurato nuovamente Internet su scala nazionale, lasciando la popolazione isolata in una delle notti più inquietanti degli ultimi decenni.

Nel frattempo, gli alleati degli Stati Uniti iniziano a evacuare. L’ambasciata tedesca a Teheran è stata chiusa, i diplomatici ritirati. Anche l’Italia ha organizzato un secondo ponte aereo via Baku per riportare a casa cittadini italiani.

Il messaggio di Trump: “Ora l’Iran firmi la pace”Il presidente americano ha scelto toni forti: “È un momento storico per gli Stati Uniti, per Israele e per il mondo. L’Iran deve ora accettare di porre fine a questa guerra”. Le reazioni non si sono fatte attendere: applausi da senatori Repubblicani e perfino dal Democratico John Fetterman. Ma non mancano le voci critiche: Thomas Massie, deputato libertario, ha denunciato l’attacco come incostituzionale.

Intanto, i Guardiani della Rivoluzione iraniani hanno dichiarato: “Ora è cominciata la guerra”.

L’operazione Usa-Israele mira a disarticolare in modo definitivo le infrastrutture nucleari di Teheran, giudicate una minaccia intollerabile. Fordow, in particolare, è considerato il sito più critico, scavato in profondità nella montagna e oggetto di forti sospetti da parte dell’AIEA per l’arricchimento avanzato di uranio.Secondo quanto riportato da fonti militari, solo le forze statunitensi possiedono la tecnologia necessaria per penetrare bunker di tale resistenza, grazie ai bombardieri B-2 e alle bombe GBU-57.

Il gioco delle alleanze: chi sta con chi

L’Arabia Saudita condanna “l’aggressione israeliana”, ma non l’attacco americano. L’Egitto respinge l’escalation e chiede negoziati. Macron si dice “profondamente preoccupato” ma invita Teheran a garantire la natura pacifica del suo programma atomico. Erdogan offre la mediazione tra Stati Uniti e Iran.

Lo avevamo detto

Nelle ultime ore avevamo anticipato che lo scenario era pronto a esplodere. E puntualmente è accaduto. L’attacco americano è stato preceduto da segnali chiari: l’escalation degli attacchi israeliani, i blackout in Iran, i movimenti dei bombardieri americani dal Missouri verso Guam.

Chi aveva occhi per vedere, ha visto.

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