Con il ripristino ufficiale del Columbus Day, Donald Trump prosegue la sua battaglia culturale per restituire all’America la sua identità.
È una delle iniziative con cui il presidente sta mettendo fine alla stagione del woke, della cancel culture e della cancellazione della storia.
Durante gli anni di Biden e Harris, gli Stati Uniti sono stati piegati a un pensiero ideologico che ha sostituito la verità con la propaganda, la fierezza con il senso di colpa, la storia con la censura. Statue abbattute, simboli distrutti, tradizioni rinnegate: la resa culturale dell’Occidente a sé stesso.
Trump, invece, ha scelto la via opposta: quella della memoria, dell’orgoglio e della libertà.
Al momento della firma del decreto che ripristina il Columbus Day, ha esclamato: «Noi amiamo gli italiani!»
Trump non ha mai nascosto il suo affetto per l’Italia. Durante i giorni più drammatici della pandemia, quando il nostro Paese veniva deriso da certa stampa internazionale e ignorato dalle istituzioni europee, fu lui a difendere pubblicamente l’Italia, pubblicando un video delle Frecce Tricolori sulle note di “Nessun dorma” di Puccini interpretata da Luciano Pavarotti.
Un gesto simbolico, ma autentico: l’omaggio di un leader che riconosce nell’Italia una sorella spirituale, una nazione che incarna le stesse radici e gli stessi valori dell’America profonda.
Con il ritorno del Columbus Day, Trump riafferma che la storia non è un crimine da censurare ma un’eredità da difendere.
È un atto di orgoglio, non solo per gli italoamericani, ma per tutti coloro che credono nella civiltà occidentale e nei suoi valori fondanti: fede, famiglia, libertà, patria.
«Siamo orgogliosi di portare avanti le nostre tradizioni e di mantenere viva la storia», ha dichiarato Vincenzo Arcobelli, presidente del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo (CTIM) e rappresentante del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, chairman del Columbus Day and Italian Festival di Dallas, organizzato dall’Associazione Siciliani Texas, dal CSNA e dallo stesso CTIM.
«Ringraziamo l’amministrazione americana e il presidente Trump per la proclamazione inerente la festività del Columbus Day e per il sentimento espresso a favore degli italiani, quando ha detto: “Siamo tornati, siamo tornati italiani, amiamo gli italiani”.»
Parole che si uniscono al ringraziamento espresso dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni:
«Ringrazio il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per aver ripristinato il Columbus Day e per aver così ricordato che la storia non si cancella. E lo ringrazio per aver, in questa occasione, ribadito il legame antico che unisce le nostre due Nazioni e che entrambi intendiamo rafforzare, anche grazie al prezioso contributo dell’orgogliosa comunità italo-americana.»
Il ripristino del Columbus Day è dunque un altro tassello di una visione più ampia: restituire all’America l’orgoglio delle sue origini e porre fine alla dittatura culturale del politicamente corretto.
Trump non si limita a ripristinare una festa: sta restituendo al mondo libero la consapevolezza delle proprie radici.
Perché, come ha ricordato lui stesso, «noi amiamo gli italiani» — e con loro, tutto ciò che rappresenta la forza e la bellezza della civiltà occidentale.