Trump sventa il “Pericolo Imminente”: guerra totale all’invasione criminale venezuelana

Donald Trump ha deciso di affrontare una delle minacce più gravi e sottovalutate per la sicurezza degli Stati Uniti: Tren de Aragua, un’organizzazione terroristica transnazionale nata nelle carceri venezuelane e cresciuta fino a diventare un esercito criminale al servizio del regime di Nicolás Maduro. Con una proclamazione presidenziale senza precedenti, il 15 marzo 2025 Trump ha invocato l’Alien Enemies Act, ordinando l’identificazione, la detenzione e la deportazione immediata di tutti i membri di TdA presenti sul suolo americano. Questa decisione segna una svolta radicale nella politica di sicurezza nazionale, in netta contrapposizione con il lassismo che ha caratterizzato l’amministrazione Biden e che ha permesso alla criminalità organizzata venezuelana di infiltrarsi attraverso i flussi migratori illegali.

Questa escalation di tensioni trova conferma nelle rivelazioni contenute nel libro Pericolo imminente di Patrick Byrne, bestseller negli Stati Uniti e ora disponibile anche nella versione italiana curata da Guya Mariani. Un testo che analizza il legame tra il narcoterrorismo sudamericano e le reti di potere globaliste che mirano a destabilizzare gli Stati Uniti. Byrne, ex CEO di Overstock e figura chiave nella lotta contro la corruzione nel Deep State, ha documentato come Maduro e il Cartel de los Soles abbiano utilizzato organizzazioni criminali come TdA per condurre una guerra non convenzionale contro gli Stati Uniti, sfruttando il traffico di droga e il caos migratorio come armi strategiche. Secondo le sue indagini, i cartelli hanno trovato sponde nel sistema politico americano, che ha chiuso un occhio – e spesso entrambi – sulle infiltrazioni di TdA nelle città statunitensi.

Non è un segreto che il regime di Maduro abbia ceduto ampie porzioni del proprio territorio a cartelli criminali, trasformando il Venezuela in una base operativa per attività terroristiche su scala continentale. Durante la vicepresidenza di Tareck El Aissami (2012-2017), TdA ha vissuto una crescita esponenziale, facilitata dall’appoggio delle forze di sicurezza venezuelane corrotte. Nel 2020, il Dipartimento di Giustizia americano ha formalmente incriminato Maduro e i suoi uomini per narcoterrorismo, accusandoli di orchestrare un piano per inondare il mercato statunitense con tonnellate di cocaina, con l’obiettivo dichiarato di minare il tessuto sociale americano.

Ciò che rende TdA ancora più pericoloso non è solo il traffico di droga o la brutalità con cui controlla il territorio, ma la sua capacità di sfruttare i flussi migratori per infiltrarsi nelle città americane e condurre operazioni di guerra irregolare. Come documentato da INTERPOL Washington, a dicembre 2024 TdA risultava già una delle minacce più serie per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, avendo infiltrato migliaia di membri attraverso il confine con il Messico. La realtà è che questa non è una semplice gang, ma un’organizzazione paramilitare che opera con metodi da guerriglia urbana, replicando negli Stati Uniti il modello di terrore già sperimentato in Sud America.

Di fronte a questa invasione silenziosa, Trump ha deciso di agire con decisione. La sua proclamazione stabilisce la designazione ufficiale di TdA come Foreign Terrorist Organization, autorizza l’arresto immediato di tutti i suoi membri di età pari o superiore ai 14 anni privi di cittadinanza o residenza legale, e prevede la confisca di tutti i beni e delle risorse finanziarie legate alle attività terroristiche del gruppo. Inoltre, il provvedimento impone una collaborazione senza precedenti tra agenzie federali, statali e locali per l’identificazione e la deportazione dei criminali infiltrati.

Ma la battaglia di Trump non è solo contro TdA. Come spiega Byrne nel suo libro, la vera sfida è contro il Deep State, che per anni ha favorito l’infiltrazione di organizzazioni criminali negli Stati Uniti, permettendo che il problema venisse minimizzato e ignorato dai media. Non è un caso che la sinistra americana e il mainstream stiano già attaccando la decisione di Trump, accusandolo di “violazioni dei diritti umani” e di adottare misure troppo drastiche. Il Washington Post e la CNN parlano di deportazioni di massa e retorica incendiaria, mentre le organizzazioni progressiste tentano di dipingere TdA come un fenomeno marginale. Ma i fatti sono sotto gli occhi di tutti: la sicurezza nazionale è stata compromessa, e chi oggi si oppone alle misure di Trump sta di fatto proteggendo un’organizzazione terroristica che uccide, rapisce ed estorce nelle città americane.

L’ordine esecutivo firmato da Trump non è solo una reazione a un problema di criminalità organizzata, ma una dichiarazione di guerra contro chi minaccia gli Stati Uniti dall’interno. Il messaggio della Casa Bianca è chiaro: nessuno può usare l’America come rifugio per operazioni terroristiche. La strategia della tolleranza zero non è solo l’unica risposta possibile, ma rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma nella sicurezza nazionale. La domanda ora è: chi si opporrà a queste misure? Chi proverà a proteggere il nemico? E chi avrà il coraggio di ammettere che Trump aveva ragione fin dall’inizio?

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Alessandro Nardone
Alessandro Nardone
Consulente di marketing digitale, docente alla IATH Academy, è autore di 9 libri. È stato inviato di Vanity Fair alle elezioni USA dopo aver fatto il giro del mondo come Alex Anderson, il candidato fake alle presidenziali americane del 2016.

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