Dilagano le proteste contro le politiche migratorie dell’amministrazione Trump. Scontri a Los Angeles tra manifestanti e forze dell’ordine, iniziati venerdì, dove si è raddoppiato il dispiegamento iniziale arrivando a 4000 membri della Guardia nazionale (una forza militare riservista che può essere attivata sia dal governo statale che da quello federale in caso di emergenze, si tratta di civili che si addestrano regolarmente per essere pronti in caso di chiamata) e 700 Marines a L.A. Le manifestazioni si sono allargate anche in altre città americane: San Francisco con 150 arresti, Atlanta, Seattle, Dallas, Louisville e New York.
Il motivo delle proteste
Le proteste sono iniziate venerdì a Los Angeles, dopo le retate di immigrati condotte dall’Ice (l’agenzia federale statunitense per il controllo delle frontiere e dell’immigrazione). I manifestanti sono scesi in piazza per contestare le tecniche utilizzate dall’Ice che ha dichiarato di aver arrestato 118 persone che si trovavano illegalmente nel paese. Angelica Salas, direttrice della Coalition for Humane Immigrant Rights (Chirla), ha dichiarato venerdì in una conferenza stampa che ci sono stati sette raid in tutta l’area di Los Angeles: in due negozi Home Depot (il più grande rivenditore di articoli per la casa degli Stati Uniti), in un negozio di ciambelle e in un grossista di abbigliamento. Chirla ha confermato che più di 45 persone sono state arrestate durante le operazioni, che ha descritto come “retate casuali”. La tecnica usata dagli agenti dell’Ice è quella delle perquisizioni senza preavviso nei luoghi di lavoro, con l’obiettivo di cogliere di sorpresa i presunti irregolari, strategia già utilizzata dall’amministrazione Trump durante il primo mandato dell’attuale presidente.
L’invio delle truppe
Dopo due giorni di proteste in cui si sono verificati scontri tra manifestanti e agenti, soprattutto nelle città vicine a Los Angeles dove ci sono stati gli incidenti più gravi, Donald Trump ha ordinato alla Guardia Nazionale della California di recarsi a L.A., contro la volontà delle autorità californiane che hanno definito l’invio di truppe (arrivate domenica mattina) inutile e provocatorio. Dai video si vedono lanci di molotov da parte dei manifestanti, contatti con gli agenti, fumogeni ecc. I membri dell’amministrazione Trump hanno accusato i funzionari locali di aver reagito troppo lentamente. In una dichiarazione rilasciata sabato, il dipartimento di polizia di Los Angeles ha affermato di non essersi coordinato con le autorità federali in vista dei controlli sull’immigrazione di venerdì e di non essere in grado di “pianificare i potenziali disordini civili”. Nella direttiva ai segretari della Difesa e della Sicurezza interna e al procuratore generale, Trump sostiene che la chiamata della Guardia nazionale sia necessaria per proteggere temporaneamente i funzionari federali mentre fanno rispettare la legge e proteggono le proprietà federali. Il dispiegamento avverrà “in luoghi in cui si stanno verificando o è probabile che si verifichino proteste”.
Botta e risposta tra Trump e il governatore della California
I funzionari californiani hanno parlato di “spettacolo” e condannato la decisione di Trump: le forze dell’ordine non avevano “alcuna esigenza insoddisfatta” e le autorità locali avevano le proteste sotto controllo. L’ordine del presidente Usa si basa su una legge volta a sedare gravi disordini interni o un attacco agli Stati Uniti da parte di una potenza straniera. È la prima volta in circa 60 anni che un presidente americano manda le truppe senza il consenso del governatore locale. Trump ha invocato una sezione del codice degli Stati Unitiche consente al presidente di aggirare l’autorità di un governatore sulla Guardia Nazionale e di chiamare quelle truppe al servizio federale quando lo ritiene necessario per respingere un’invasione o reprimere una ribellione. Trump ha scritto nel suo ordine esecutivo che le proteste stavano vietando l’esecuzione di controlli sull’immigrazione e quindi rientravano nella definizione di ribellione. “Abbiamo preso un’ottima decisione inviando la Guardia nazionale per affrontare le violente rivolte istigate in California. Se non l’avessimo fatto, Los Angeles sarebbe stata completamente annientata”, scrive Trump su Truth. “L’incompetente ‘governatore’ Gavin Newscum (una storpiatura del nome di Newsom utilizzata di proposito da parte di Trump) e la ‘sindaca’ Karen Bass dovrebbero dire: ‘Grazie presidente Trump, sei così meraviglioso, senza di te non saremmo nulla, signore’. Invece, scelgono di mentire al popolo della California e dell’America dicendo che non c’era bisogno di noi e che queste sono ‘proteste pacifiche’”.
Guerriglia urbana a Los Angeles
Intanto a Los Angeles i video testimoniano la guerriglia urbana: auto bruciate, auto che piombano contro i manifestanti, granate stordenti e proiettili di gomma usati dalla polizia, addirittura una giornalista è stata colpita da un agente con un proiettile non letale. “Il dipartimento della Difesa sta dispiegando in modo illegale marines nelle strade americane in modo che Trump possa dimostrare le sue posizioni alla sua parata questo weekend” attacca Newsom, riferendosi alla parata che si terrà questo weekend a Washington. “È uno sfacciato abuso di potere, contro il quale faremo causa”, continua l’esponente democratico, il quale ha già fatto causa per il dispiegamento della Guardia Nazionale. La risposta di Trump è lapidaria: “Lo arresterei”. Nel caso le proteste non si placassero il presidente americano potrebbe invocare l’Insurrection Act che consentirebbe alle truppe di partecipare direttamente alle attività di polizia civile.