Turismo, Rampelli (FdI): i turisti in Italia cercano la bellezza e l’identità. Siamo pietre no alle archistar

“Le centinaia di migliaia di turisti che vengono in Italia cercano la bellezza e l’identità. Per promuovere il turismo è certo indispensabile realizzare le infrastrutture, fare rete, migliorare i servizi e la loro qualità, destagionalizzare, verbo che va per la maggiore in questo comparto, bisogna completare l’offerta. Nessun dubbio. Ma ci si dimentica troppo spesso che nessuno visiterebbe l’Italia se non ci fosse il fattore B, B come bellezza.

Non parliamo della bellezza come dato esteriore, composta dall’armonia di geometrie, stili, cromatismi, proporzioni, ma della bellezza di cui siamo portatori come italiani, la bellezza kantiana che evoca l’estetica, o meglio, quella dell’antica Grecia, il kalos kai agatos, che tiene insieme il il bello e il buono, l’aspirazione massima di una persona umana, il suo desiderio di essere valorosa, appassionata, di possedere uno stile e un’anima, questioni che dovrebbero vincolare il turismo alla cultura.

Noi siamo il luogo della cittadinanza, del carattere, dell’ospitalità, del romanticismo, della spiritualità occidentale. Siamo Achille ed Ettore, ma anche Fidia e Lisippo, siamo Giulio Cesare e Marco Aurelio, Giotto e Michelangelo, Goffredo Mameli e Federico II e molto di più.
Le milioni di persone che vengono qui a curiosare e che verrebbero di più e più numerose, non cercano un atollo, ma la bellezza.

Occorre fare attenzione a non distruggerla. Se così non fosse perché le stazioni di nuova generazione sono affidate alla progettazione dell’archistar Calatrava e sono tutte uguali a se stesse, all’insegna di una cultura cosmopolita e mondialista?
Aeroporti e stazioni ferroviarie come tribunali, uffici postali, uffici pubblici in genere, non dovrebbero essere l’immagine dell’identità di un popolo?

L’aeroporto di Catania dovrebbe essere costruito in un stile barocco moderno, a Fiumicino si dovrebbero vedere volte a botte e archi a tutto sesto, a Firenze le volte a crociera, a Pantelleria si dovrebbe evocare il damnuso. E invece l’identità non c’è più è come se fosse stata archiviata nello scaffale freddo della globalizzazione. Un sacrilegio che scalfisce un patrimonio immateriale dell’umanità, che è appunto la cultura, la sensibilità italiana.

Fratelli d’Italia può dare le risposte per conciliare la modernità delle necessarie trasformazioni (infrastrutture, digitale, metaverso) con il buono e il bello della nostra identità. Perché il turista che viene qui non cerca un atollo, come tanti ce ne sono nel mondo. Ma vuole scoprire l’anima dell’Italia che si riconosce in quel principio che gli antichi greci ci hanno trasmesso. È ora che le università si concentrino nella nuova elaborazione del nuovo linguaggio della nostra identità contemporanea. L’identità non deve affogare nel gorgo del globalismo. Perché non è giusto, ma anche perché è anti economico”.

È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia intervento al dibattito Italia, le radici della Bellezza a Brucoli in Sicilia.

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