L’agenzia di stampa russa Ria Novosti ha pubblicato un editoriale dal titolo “Cosa deve fare la Russia dell’Ucraina” in cui si sottolinea – come riporta in Italia Adnkronos – che la “denazificazione consiste in una serie di misure dirette alla massa di popolazione ‘nazificata’ che tecnicamente non può essere perseguita direttamente come criminale di guerra”. La denazificazione dovrà durare almeno una generazione, 25 anni, si precisa. “Oltre le elite, una parte significativa della massa di persone, nazisti passivi, sono complici del nazismo. Hanno sostenuto le autorità naziste e le hanno assecondate”, prosegue il lungo testo firmato da Timofei Sergeitsev. “Il nome Ucraina non sembra poter essere mantenuto come il titolo di qualsiasi formazione statale completamente denazificata sul territorio liberato dal regime nazista”. “La denazificazione è inevitabilmente anche una deucrainizzazione, respingere l’inflazione artificiale e su larga scala dell’elemento etnico di auto identificazione della popolazione dei territori storici della Malorossiya (la piccola Russia, storicamente una regione nel sud dell’Ucraina attuale, ndr) e Novorossiya (la nuova Russia conquistata da Mosca nel Settecento, ndr) iniziato dalle autorità sovietiche”. (segue) ‘diversamente da Georgia e Baltici, l’Ucraina non può funzionare come Stato nazionale’ “Diversamente da, diciamo, la Georgia o i Baltici, l’Ucraina, come ha dimostrato la storia, non può funzionare come Stato nazionale. E tentativi di costruirne uno logicamente portano al nazismo”. “L’elite di banderiti deve essere liquidata. La sua rieducazione è impossibile. La palude sociale che la sostiene attivamente e passivamente deve sottostare alle durezze della guerra e digerire l’esperienza di una lezione ed espiazione storica”, si legge ancora nel testo pubblicato ieri, dopo la denuncia delle atrocità commesse dalle forze russe a Bucha e nelle altre località liberata nei dintorni di Kiev. Gli ucraini – secondo Ria Novosti – “travestono il loro nazismo chiamandolo ‘desiderio di indipendenza’ o ‘percorso europeo allo sviluppo’ “. “Gli ucraini non hanno un partito nazista, un Fuhrer o leggi razziali, ma per la sua flessibilità, il nazismo ucraino è molto più pericoloso per il mondo di quello di Hitler” conclude il testo.
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