Ucraina: una lezione di patriottismo e coraggio per un’Europa in ginocchio.

Proponiamo un articolo sulla crisi ucraina a firma di José Papparelli per El Correo de España

Giovedì 24 febbraio 2022 fu il giorno in cui la pace si ruppe ancora una volta in Europa. Kiev, la capitale dell’Ucraina, si è svegliata bombardata per ordine di Vladimir Putin che, dopo aver assicurato che non lo avrebbe fatto, ha deciso di invaderla dalla Russia e dal suo satellite Bielorussia. Le truppe sono entrate anche dalle regioni separatiste di Donetsk e Lugansk – riconosciute dal Cremlino come repubbliche indipendenti – e dalla Crimea, la penisola annessa dalla Russia nel 2014.

Da lì, il fatto compiuto e le minacce attuate: città bombardate, interi quartieri rasi al suolo, vittime indiscriminate tra la popolazione civile, più di un milione di donne e bambini che cercano rifugio in Polonia, Ungheria, Romania e Moldavia. L’Ucraina è un paese che viene raso al suolo.

Putin ha perso ogni legittimità e argomentazione. Nessun pretesto o motivazione è più valido. Non c’è più alcuna giustificazione valida per un’invasione di sangue nello stile della guerra convenzionale, che nel XXI secolo si pensava fosse stata superata parlando di guerra ibrida e attacchi cibernetici. Basta con i carri armati, i carri armati, i razzi, le truppe a terra, gli aerei, le navi e le vittime civili… la guerra di una vita, più la minaccia nucleare.

La Russia ha chiesto alla NATO di ritirare le sue armi nucleari dall’Europa. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha detto: “Per noi è inaccettabile che le armi nucleari statunitensi si trovino ancora sul territorio di diversi paesi europei”.

Vladimir Putin nel suo discorso pre-invasione ha detto: “In materia militare, anche dopo la dissoluzione dell’URSS e la perdita di una parte considerevole delle sue capacità, la Russia di oggi rimane uno degli stati nucleari più potenti. (…) Inoltre, (la Russia) ha un certo vantaggio in un certo numero di armi all’avanguardia. In questo contesto, non ci dovrebbe essere alcun dubbio nella mente di nessuno che qualsiasi potenziale aggressore affronterà la sconfitta e le conseguenze sinistre se attacca direttamente il nostro paese”.

Il presidente russo ha avvertito l’Occidente: “Chiunque cerchi di interferire con noi dall’esterno deve sapere che la risposta sarà immediata e porterà a conseguenze più grandi di quelle che avete mai visto nella storia. Tutte le decisioni sono state prese, spero che abbiate ascoltato”.

La sua argomentazione sulle ragioni dell’invasione è stata la seguente: “La Russia si impegnerà per la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina, così come per assicurare alla giustizia coloro che hanno commesso numerosi crimini sanguinosi contro i civili, compresi i cittadini della Federazione Russa. (…) Le repubbliche popolari del Donbas si sono rivolte alla Russia con una richiesta di aiuto. A questo proposito, ho deciso di effettuare un’operazione militare speciale. Il suo scopo è quello di proteggere le persone che hanno subito abusi e genocidi dal regime di Kiev per otto anni”, ha detto il presidente Putin.

Se i cittadini della Federazione Russa hanno subito un “genocidio nazista” da parte dell’Ucraina dal 2014, sembra che sia un po’ in ritardo per risolverlo… Non ha anche avuto meccanismi di denuncia internazionale per fermarlo in tutti questi anni? Siamo di fronte allo stesso linguaggio dell’imperialismo russo che ricorda quello dell’Unione Sovietica e allo stesso modo di agire. I pretesti non sono più validi, cadono per il loro stesso peso.

Nella loro resistenza a Putin, gli ucraini hanno dimostrato un coraggio e un’audacia invidiabili nel difendere la loro patria, una vera lezione per un’Europa addormentata e messa in ginocchio dal politicamente corretto. La risposta eroica degli ucraini, prendendo le armi in difesa della loro nazione, è esemplare per ogni patriota disposto a difendere la propria sovranità, la propria identità, la propria cultura, la propria tradizione e la propria famiglia.  Esemplare come Iryna Tsvila, madre di 5 figli, scrittrice e soldato, morta in combattimento mentre fermava un attacco russo alla periferia di Kiev. Questo guerriero era solo un esempio del 17% delle forze armate ucraine che è composto da donne cadute combattendo per la loro patria.

Come è anche invidiabile vedere quei volontari che attraversano le frontiere e vengono in patria per unirsi alla difesa del loro paese, insieme alle migliaia di miliziani e al loro esercito per fermare l’invasione straniera, e dimostrare che l’amore per la patria è un valore che ancora vive nel popolo che resiste ad essere schiavizzato e massacrato.

Quello che sta succedendo in Ucraina, in questo senso, ricorda la guerriglia che sorse in Spagna contro l’invasione napoleonica e che affrontò coraggiosamente il più grande impero ed esercito dell’epoca. Questo dimostra che non tutto è perduto e questa tragedia ci ricorda che la libertà e la patria possono essere difese con le unghie e con i denti. E che satrapi, tiranni, autocrati e criminali prima o poi morderanno la polvere e affronteranno la giustizia divina.

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La Redazione de La Voce del Patriota

5 Commenti

  1. Onore a chi combatte per il proprio Paese; forse sarebbe stato meglio che gli Americani non istigassero il governo ucraino a tirare la corda e creare l’ennesimo Vietnam in Europa, indebolendola ancor di più. Forse più che l’Orso Bianco spaventa un presidente americano guerrafondaio in Europa insieme ai suoi reggi coda europei che ha abbandonato l’Afghanistan ai talebani. Ormai siamo pronti al grande reset

  2. Bastava che USA e UKRAJNA avessero proclamato solennemente che mai l’Ukrajna sarebbe entrata nella NATO, e la pace sarebbe regnata. Proprio come nel 1962 a CUBA quando il “l’ultrapacifista” KENNEDY minacciò l’invasione dell’isola e la guerra mondiale se KRUSCEV non avesse ritirato le armi nucleari puntate sul territorio americano, cosa che avvenne con le scuse nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Noi tutti applaudemmo la fermezza di KENNEDY. Parimenti la RUSSIA postcomunista democratica non ha mai minacciato nessuno ma pazientemente ha sempre messo in guardia dal pericolo della politica degli USA mirante ad espandere la NATO sempre più ad est sino ad accerchiarla completamente attorno ai suoi confini con l’adesione dell’UKRAJNA alla NATO con tutti gli armamenti e le basi militari che comporta. La colpa della guerra è solo ed esclusivamente degli USA di Biden e loro alleati nonchè della leadership dell’UKRAJNA.

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