Ue, la destra può battere i socialisti, e questo fa impazzire il Pd su Fitto

Il messaggio lanciato dal capo dello Stato Sergio Mattarella non poteva essere più lampante di così: il ruolo riservato a Raffaele Fitto all’interno della Commissione europea è “così importante per l’Italia” che la nostra Nazione non può permettersi di rifiutarlo. Più di mille miliardi di portafoglio, la gestione di due materie cruciali per l’Unione (le Riforme, dunque il Pnrr, e la Coesione), in quanto vicepresidente coadiuverà l’operato di altri commissari su materie cruciali per l’Italia, come l’agricoltura. Per questo le parole di Mattarella non potevano che invitare le forze politiche all’unità e alla responsabilità, specialmente dal momento in cui i commissari europei non vengono nominati per appartenenza politica, ma per il peso delle singole Nazioni in Europa. Niente ideologia, niente alibi.

La preoccupazione dei socialisti, guidati dal Pd che all’interno del gruppo detiene la maggioranza relativa, è che l’Europa si possa spostare eccessivamente a destra con la nomina di Fitto e che non si dia seguito a quell’accordo che a luglio ha ricomposto la maggioranza Ursula per la rielezione della von der Leyen a presidente della Commissione. Malgrado la destra avesse i numeri (pochi in meno alla sinistra, ma comunque quanto basta) per esprimere una maggioranza. Malgrado, specialmente, siano stati i partiti di destra a vincere le elezioni comunitarie: il gruppo dei popolari è stato il più votato, il gruppo dei Conservatori è quello che è cresciuto di più a destra. La sinistra, dunque, sta lentamente scoprendo di non avere nelle proprie mani il destino dell’Europarlamento e questo non piace e porta ai ricatti e ai veti incrociati.

La “maggioranza Venezuela” fa paura

La notizia delle ultime ore è che la maggioranza Ursula si è spaccata di nuovo. Dopo i problemi sulle nomine, popolari, conservatori e sovranisti hanno votato in modo compatto, riuscendo a scalzare la sinistra e a ridurla a opposizione: si decideva sul rinvio dell’attuazione della legge contro la deforestazione e i gruppi di destra hanno espresso 371 voti a favore, lasciando verdi, socialisti e sinistra a quota 240. Divisi i liberal di Renew Europe. Ulteriore dimostrazione che la maggioranza Venezuela, quella che allo stesso modo votò compatta contro il regime di Maduro a settembre, può funzionare. Certo, è difficile quanto sciocco pensare che sia una maggioranza fissa: a differenza di quanto accade qui da noi in Italia, in Europa quasi mai si vota per partito preso ma quasi sempre sulla base della proposta esaminata. Un voto più coscienzioso e ragionato, insomma. Il dato rilevante è che ora i partiti di destra, come quasi mai accaduto prima, hanno la forza di battere la maggioranza Ursula. E questo fa impazzire socialisti e sinistra tutta.

E se è vero dunque quanto detto, cioè che le maggioranze sono flessibili e si vota spesso senza seguire la propria ideologia, tanto più prendono valore le parole di Mattarella, il suo monito al Pd. Soprattutto perché il voto al Commissario italiano è un voto che vale all’Italia, e non al suo gruppo di appartenenza. “Il gesto di Mattarella – ha spiegato a Libero Nicola Procaccini, co-presidente di Ecr, il gruppo europei dei conservatori al quale aderisce anche Fratelli d’Italia – è arrivato in una giornata in cui sono piovuti appelli in favore di Fitto da ogni parte del “sistema Italia”. È inspiegabile che il Pd, di solito molto attento a ciò che dice il presidente della Repubblica, in questa occasione ne se sia disinteressato, almeno sinora. Per non parlare dei Verdi, di Sinistra italiana e dei Cinque Stelle, che si oppongono apertamente al commissario italiano”.

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