“Due mozioni, lo stesso obiettivo. Nella mozione dell’estrema sinistra il focus è sulla questione Israelo-palestinese. Non una sola parola di condanna nei confronti di Hamas. Non un solo riferimento agli ostaggi israeliani vivi e morti, o all’eccidio del 7 ottobre, di cui domani ricorreranno i due anni. La condanna di Israele invece è assoluta, persino violenta. E nell’invocare delle sanzioni contro Israele, la mozione finisce anche con solidarizzare con la Russia di Putin.”
Lo ha dichiarato l’Europarlamentare di FDI.ECR, Nicola Procaccini, intervenendo poco fa alla plenaria di Strasburgo nel dibattito sulle due mozioni contro Ursula von der Leyen.
“Un altro passaggio che merita di essere sottolineato è quello in cui si lamenta la mancata risposta di questa Commissione alla crisi climatica e alla crisi sociale. È interessante notare come non si colga il nesso di causa – effetto che c’è tra il Green Deal e un malessere sociale che effettivamente esiste, ed è uno dei motivi per cui i popoli europei stanno votando per la destra e non per la sinistra.
Fortunatamente – ha continuato Procaccini – questa evidenza è contenuta nell’altra mozione in cui ci sono anche giuste critiche al deficit di trasparenza da parte della Commissione e alla sua tendenza ad invadere le competenze nazionali stabilite nei trattati istitutivi dell’UE.
Le due mozioni convergono su due punti. La critica all’accordo commerciale con il Sudamerica., che è certamente vantaggioso. Ma Il problema si pone per gli agricoltori e gli allevatori europei che proprio il Green Deal ha gravato di pesi e limitazioni schiaccianti. Sarebbe veramente una beffa per loro dover competere con chi, dall’altra parte dell’Oceano, non è tenuto a rispettare le stesse, folli, regole. Questo è inaccettabile.
E poi c’è la critica all’accordo sui dazi al 15% con l’Amministrazione Trump. Non si tratta chiaramente dell’accordo perfetto, ma del migliore possibile. Considerato che il mercato americano è il migliore al mondo per le nostre merci e che una guerra commerciale con un alleato geopolitico come gli Stati Uniti, può augurarselo solo chi odia il presidente Trump più di quanto ami il proprio popolo.
Nell’ECR – ha concluso Procaccini- ogni delegazione nazionale sarà libera di decidere il proprio voto in base alle ragioni e agli interessi del proprio popolo. Per noi conservatori l’Unione Europea non sarà mai un carcere, ma un’alleanza di nazioni, che non soffoca le loro aspirazioni, ma le realizza con la cooperazione e non con l’imposizione”.