“I principali indicatori macroeconomici italiani, come l’impennata del valore dell’export, il calo dello spread fino ai record occupazionali, ci restituiscono la fotografia di una Nazione solida, stabile, credibile. Merito, certamente, del nostro tessuto produttivo e dei suoi lavoratori ma anche delle scelte e strategie di politica economica dell’attuale governo. Tuttavia, non possiamo sottovalutare i preoccupanti segnali di difficoltà che ci arrivano da un quadro europeo quantomai incerto. Il report Draghi ha avuto il merito di rimettere al centro il grande tema della competitività europea, troppo a lungo sacrificato sull’altare dell’approccio iper-regolatorio ed ideologico che, a detta di molti, è stato uno dei principali freni alla capacità europea di innovare e competere con gli altri player globali. Da questa nuova consapevolezza – di certo tardiva per chi come noi la reclama da molto tempo – nascono la Bussola per la competitività, il Clean Industrial Deal e altre iniziative. E’ necessario, dunque, superare le derive ideologiche green nel nome del pragmatismo e della neutralità tecnologica, costruire catene del valore più corte e sicure, sburocratizzare e snellire le procedure, completare il mercato interno e l’unione del mercato dei capitali, ed infine promuovere con più coraggio ricerca e sviluppo, e investire sulle competenze interne. Cio’ che serve è un’Unione più unita e incisiva sui grandi temi, ma capace di lasciare in capo agli Stati membri la gestione delle questioni più vicine ai cittadini, nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà. Prendo in prestito una frase che dice spesso il nostro premier Giorgia Meloni, per l’Europa “ora è tempo di passare dalle parole ai fatti”.
Lo ha dichiarato, nel suo intervento alla settimana parlamentare europea nella sessione plenaria sulla competitività con intervento di apertura di Mario Draghi, il deputato di Fratelli d’Italia Marta Schifone.