“Nel ciclo di audizioni sull’affare assegnato sulle ingerenze straniere emerge sempre più chiaramente la necessità di una risposta efficace a livello europeo alle diverse forme ibride di manipolazione dell’opinione pubblica, che sia attraverso i media, le piattaforme social, o attraverso attacchi hacker ad aziende e pubblica amministrazione. Emerge anche come le ingerenze siano particolarmente evidenti nei Paesi candidati UE, a dimostrazione di quanto tali influenze siano vere e proprie armi che minano i processi più basilari del sistema democratico. Nonostante l’attenzione stia crescendo, la consapevolezza delle minacce ibride è ancora bassa in proporzione alla sua entità, considerando anche il fatto che il progresso digitale amplifica a ritmo costante il loro raggio. Oggi – secondo un recente sondaggio del Pew Research Center – il 17% degli adulti americani si informa regolarmente su TikTok rispetto al 3% del 2020. Nella fascia tra i 18 e i 29 anni, questa percentuale sale al 39%, e non c’è ragione di pensare che la situazione in Europa non sia similare. Non meno insidioso dell’esfiltrazione di dati o della manipolazione di essi, è anche il pericolo dell’esposizione dei nostri giovani ai social, piattaforme che peraltro influenzano pesantemente le loro capacità cognitive. Se pensiamo poi a temi come l’ascesa dell’intelligenza artificiale, trovare una definizione corretta di ciò che è sensibile, così come del ruolo dell’IA, è fondamentale. È cruciale perché si tratta – in fondo – di una questione di compatibilità tra il nostro sistema libero e democratico e l’ambiente tecnologico e informativo”.
Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Giulio Terzi in merito alle audizioni in 4a Commissione di Beniamino Irdi, Senior Fellow-Scowcroft Center for Strategy and Security, Atlantic Council, e di Fabrizio Luciolli, Presidente del Comitato Atlantico Italiano, sull’affare assegnato “Le ingerenze straniere nei processi democratici degli Stati membri dell’Unione europea e nei Paesi candidati”.