Ue, tutto ancora in bilico: Meloni difende gli interessi italiani, oggi le trattative decisive

Non si può prescindere dall’Italia”: lo sostiene anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che pure dovrebbe rimanere fuori dalle questioni europee. Ma è lampante che l’Italia, tra i Paesi più importanti di tutta l’Unione, deve essere una parte determinante per l’Europa che sta nascendo. Lo ha voluto ricordare anche la premier Giorgia Meloni, ieri, durante le sue comunicazioni al Parlamento in vista del Consiglio europeo di oggi e di domani sulla scelta del prossimo Presidente della Commissione europea. Lo ha fatto, il Presidente del Consiglio italiano, insistendo sul concetto di “rispetto”: rispetto inteso sia nei confronti del voto dei cittadini italiani, che dietro le urne hanno scelto di nuovo la destra, inviando all’Europa un messaggio inequivocabile. Rispetto inteso anche nei confronti della nostra stessa Nazione: Meloni ha infatti voluto sottolineare che l’Italia è “uno dei Paesi fondatori dell’Europa unita”, è il “terzo per economia e popolazione”, ed è sicuramente gode del “governo più stabile”. Insomma, un chiaro messaggio per chi ha tentato di escludere l’Italia e le istanze del suo popolo dalle prime trattative di alcuni giorni fa. Opera di quei capi di Stato e di governo, in particolare di Francia e di Germania, che rischiano di vedere perso il proprio status quo quarantennale sull’Europa, svanito a colpi di democratiche elezioni, cacciati dal voto dei loro stessi compatrioti.

Si deciderà anche sui temi

Ma, oltre alla scelta del prossimo Presidente della Commissione, su cui si sono ancora pochissime luci e tantissime ombre, il prossimo Consiglio europeo sarà decisivo anche per decidere i temi che la nuova Commissione dovrà affrontare. Alcuni dei quali non potranno giocoforza trovare continuità con quanto è stato fatto nell’ultima legislatura. In primis, per dare ascolto concreto al messaggio inviato dai cittadini, quello cioè di virare verso un vero cambiamento. In secondo luogo, in virtù di ciò che ha detto ieri in Aula la stessa Giorgia Meloni: “Tutte le forze politiche in questi mesi – ha dichiarato – hanno sostenuto la necessità di un cambiamento nelle politiche europee. Nessuno, neanche tra i partiti presenti in quest’Aula, si è presentato agli elettori dicendo che l’Europa andasse bene così, che non c’era nulla che andasse cambiato e che sarebbe stato sufficiente sostanzialmente mantenere lo status quo. Tutti hanno concordato su un punto: l’Europa – ha tuonato in Aula – deve intraprendere una direzione diversa rispetto a quella percorsa finora”. In merito, ad esempio, alla questione sicurezza, su cui l’Europa si è dimostrata quasi sempre latente: i punti fissati nel documento approvato a fine legislatura (sostegno all’Ucraina, spesa comune, miglioramento della capacità di azione e della resilienza, più partenariati) dovranno essere gli stimoli sui quali ricostruire l’Europa. O in fatto di immigrazione, su cui il Governo Meloni ha fatto già sentire la propria influenza: si dovrà lavorare in favore di un approccio basato su dialogo e cooperazione maggiore tra Stati membri e Stati terzi.

Nottata decisiva

Ovviamente non sarà facile tutto ciò, soprattutto se verrà riconfermata quella “maggioranza Ursula” tanto cara alla sinistra che, seppur in netto calo negli esiti delle votazioni, avrebbe la possibilità di restare alla guida dell’intera Unione, malgrado la chiara volontà (ed esigenza) dei cittadini europei di una virata a destra da parte delle Istituzioni europee. L’ago della bilancia è quasi tutto nelle mani dei popolari europei, che detengono la maggioranza relativa dei seggi nel Parlamento europeo. E sembra anche che Manfred Weber, presidente del Ppe, sia favorevole a una maggiore apertura verso l’Italia: “Ritengo fondamentale che l’Unione europea abbia un processo inclusivo che tenga conto anche degli interessi italiani”, ha detto oggi, esprimendo tuttavia al contempo un certo favore verso una nuova coalizione formata da socialisti, liberali e popolari, malgrado nei giorni scorsi si fosse anche aperto alla possibilità di un dialogo con l’ECR. Insomma, è ancora tutto in bilico e questa sera, quella del Consiglio europeo, si preannuncia una lunga e intesa nottata.

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La Redazione de La Voce del Patriota

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