“L’Ue ha costantemente sottovalutato l’importanza dei Balcani occidentali, attraversati da una profonda instabilità politica, da un Islam in fase di radicalizzazione e dalle rotte dei migranti illegali. Dopo l’aggressione russa all’Ucraina le tensioni nella regione rischiano di riaccendersi”. È quanto dichiara l’europarlamentare di FdI Carlo Fidanza, di ritorno da una missione del gruppo ECR a Mostar, capitale dell’Erzegovina nella repubblica di Bosnia-Erzegovina.
“L’instabilità politica potrebbe portare ad una lunga crisi dopo le elezioni del prossimo autunno, a causa del crescente secessionismo e della posizione fortemente filo-russa della Repubblica Srpska nonché della perdurante esclusione della comunità cattolico-croata dalla presidenza tripartita della Bosnia-Erzegovina. C’è il rischio concreto di un rafforzamento della penetrazione russa, cinese e turca, già molto forte in tutti i Balcani occidentali. L’Ue negli ultimi dieci anni ha versato quasi sei miliardi di Euro alla sola Bosnia-Erzegovina senza ottenere in cambio significativi progressi in termini di democrazia, lotta alla corruzione dilagante e stato di diritto, requisiti essenziali per le nazioni candidate all’adesione Ue.
Serve un nuovo protagonismo europeo in questa regione, – conclude Fidanza – una road map chiara per i Paesi candidati all’adesione e un impiego delle risorse fortemente condizionato alle riforme necessarie.
È quello che chiediamo alle istituzioni europee e anche al governo italiano, che di certo non ha brillato per presenza nei Balcani occidentali”.