Dallo scoppio dell’emergenza Covid-19 nella primavera 2020, gli orari degli uffici postali sono stati ridisegnati, portando ad un’apertura a giorni alterni: ora, con la situazione sanitaria in miglioramento, i territori cadorini chiedono che si torni a lavorare a tempo pieno.
La richiesta arriva dai primi cittadini di Calalzo di Cadore e di San Vito di Cadore, Luca De Carlo e Emanuele Caruzzo, e dalla vicesindaco di Vigo di Cadore, Silvia Calligaro: “Registriamo lunghe code fuori dagli uffici postali, in occasione delle giornate di apertura, e la situazione andrà certamente peggiorando con la partenza della stagione turistica e con l’arrivo di importanti flussi di vacanzieri nei nostri territorio. Non dimentichiamo poi che molti utenti non sono più giovanissimi, e restare per lungo tempo sotto il sole, con il rischio in epoca Covid anche di creare assembramenti, non è certo consigliabile. I nostri cittadini si recano in posta per ritirare la pensione, prelevare denaro, pagare le bollette e le imposte: insomma, l’ufficio postale è un servizio di prossimità fondamentale, un presidio sociale che pur nel rispetto di tutte le norme di sicurezza deve tornare ad essere sempre operativo per rispondere ai bisogni dei cittadini e dei territori. Abbiamo già scritto a Poste Italiane, ma non abbiamo ancora ricevuto risposta”.
De Carlo, nel suo ruolo di senatore, si impegna a portare la questione anche a Roma: “Sappiamo che Poste Italiane è una società per azioni, ma soprattutto nei territori di montagna non si può guardare solo alla sostenibilità economica, ma va valutato con attenzione anche l’impatto sociale di ogni singola decisione, e la chiusura a giorni alterni degli sportelli ha una ricaduta importante sui residenti. Per questo mi attiverò con il Governo e con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, socio di maggioranza di Poste, per chiedere che alla luce del rientro dell’emergenza almeno nelle località periferiche vengano ripristinati gli orari a tempo pieno”.