Commissario alla Sanità responsabile del piano anti-Covid “a sua insaputa”, licenziato da un governo che lo aveva appena rinominato commissario in Calabria proprio per questo. A sua volta anch’esso, quindi, “a sua insaputa”.
Il pasticcio calabrese – sul quale rischiano i cittadini della regione relegata in zona rossa senza avere i numeri in “rosso” come altre regioni ma nemmeno senza un piano in caso di avanzata rovinosa del Covid – coinvolge in prima persona Saverio Cotticelli ma impegna, pesantemente, pure Palazzo Chigi: premier e ministri 5 Stelle e Pd.
Lo aveva denunciato il governatore Nino Spirlì a Libero: «I gravi danni causati da questo commissariamento sono sotto gli occhi di tutti, e le ultime furbizie politiche hanno tentato di scaricare responsabilità sulla Giunta regionale…». Danni causati da una mancata gestione del caos pandemico fra il lockdown, l’estate e il ritorno alla semi-normalità. Esattamente come ha spiegato, come ultimo atto prima della sua tragica scomparsa, proprio Jole Santelli in una lettera-j’accuse spedita a Conte nella quale ha attaccato il commissariamento «come negazione dei diritti del popolo calabrese».
Il colpo di scena? È arrivato poi dalla tramissione Titolo Quinto quando, incalzato dalle domande dell’inviato, il generale Cotticelli – fresco di conferma governativa – ha “scoperto” di essere proprio lui il responsabile del piano di contrasto alla pandemia nella regione il cui servizio sanitario è commissariato da undici anni. Grottesca l’ammissione davanti alle telecamere, una volta visualizzato il parere che lui stesso aveva chiesto al ministro nel giugno scorso, arrivato sul suo tavolo il 27 ottobre: «Il piano devo farlo io…».
Incredibile ma vero: il commissario si è accorto di tutto ciò durante l’intervista. La risposta di Giuseppe Conte? La solita: scrollarsi di dosso ogni responsabilità. «Il commissario per la sanità in Calabria Saverio Cotticelli va sostituito con effetto immediato – ha scritto su Twitter –. I calabresi meritano subito un nuovo commissario pienamente capace di affrontare la complessa e impegnativa sfida della sanità».
Ah sì? Ciò significa l’esecutivo giallo-fucsia – premier e ministri competenti – si sono resi conti solo da un servizio televisivo che il commissario nominato da loro non aveva predisposto in tutti questi mesi un piano contro il Covid: ossia che due milioni di cittadini calabresi sono rimasti scoperti delle misure necessarie, nonostante da aprile sia in vigore il monitoraggio da parte del governo.
La sceneggiata del premier, ovviamente, non convince da nessuna parte: a maggior ragione perché non si capisce per quale motivo solo il 3 novembre scorso Cotticelli sia stato confermato al suo posto proprio dal governo che l’ex avvocato del popolo presiede. Non a caso Giorgia Meloni chiama tutto questo «un ignobile scaricabarile». Per la leader di Fratelli d’Italia è fuori discussione che il presidente del Consiglio si scandalizzi «per una nomina che lui stesso ha fatto nel dicembre 2018, insieme all’allora ministro M5S della Salute Grillo, e che ha confermato solo pochi giorni fa».
Stesso discorso per il M5S: «Il partito della Grillo, prende le distanze, ringrazia Conte e dice che servono “persone all’altezza” per gestire l’emergenza Covid. I grillini dimenticano però che la responsabilità è anche loro e che è stato un loro ministro a sottoscrivere la nomina di Cotticelli». Morale? «Stiamo assistendo ad una scandalosa sceneggiata sulla pelle di due milioni di cittadini calabresi e della Calabria, che oggi per colpa del M5S e della sinistra non ha un piano Covid per affrontare la seconda ondata dell’epidemia» conclude Meloni registrando questo disastro come «l’ennesima conferma dell’inadeguatezza di questo Governo, che dall’inizio dell’emergenza naviga a vista e non ha la benché minima idea di come affrontarla».
L’affaire Cotticelli la dice lunga su come vengono scelti i vertici militari. Non per meriti militari o “sul campo” ma per soli meriti politici. Altrettanto dicasi per come vengono elargite le onorificenze. Cotticelli dimostra che tutta la struttura statale dove si è infiltrata la politica è marcia. Lui potrebbe uscire di scena, con onore, solo emulando Fecia di Cossato.