Unirai: aveva definito una collega Rai “Devota a Salvini”. Sanzionato editorialista

Il Consiglio di disciplina dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio ha applicato a un noto editorialista la sanzione disciplinare dell’avvertimento, ritenendo che abbia leso la dignità, la correttezza professionale e la reputazione di una collega Rai, definendola su un settimanale “devota a Salvini”. Lo rende noto il sindacato dei giornalisti Unirai – Figec Cisal in una nota.

“Il consiglio  – continua la nota – ha stabilito che tale definizione lascia intendere una vicinanza personale e professionale al segretario di un partito politico, compromettendo così l’immagine di imparzialità e autonomia richiesta al giornalismo pubblico.
Nonostante l’invio da parte della collega di un’istanza di rettifica e di precisazione – in cui negava ogni contatto con il ministro Salvini e rivendicava la propria devozione esclusiva alla professione giornalistica – la testata ha pubblicato la rettifica accompagnandola, in violazione di legge, con un nuovo commento sarcastico dello stesso editorialista “Prendo atto della precisazione. Quanto alla devozione, devo aver sbagliato santo.”

A seguito della nuova pubblicazione, la collega ha conferito mandato all’avvocato Vincenzo Iacovino per diffidare la testata, il direttore e l’autore, e ha denunciato l’episodio sia alla Rai – per la tutela dell’immagine aziendale – sia al Consiglio di disciplina dell’Ordine dei Giornalisti.
L’editorialista, convocato due volte davanti all’organismo, non si è mai presentato né ha fornito alcuna difesa. Il consiglio ha quindi deliberato che le affermazioni contenute negli articoli risultano lesive della reputazione della giornalista e in violazione dell’art. 2 della legge professionale e del Testo Unico dei doveri del giornalista”.

“Continueremo – conclude Unirai – a condannare quello che abbiamo sempre definito un bruttissimo vizio: etichettare politicamente i giornalisti del servizio pubblico. È una pratica tossica e pericolosa, che mina la credibilità e l’indipendenza della nostra professione. Ribadiamo la nostra vicinanza e il nostro pieno sostegno alla collega.”

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