Vaccini Covid, studio smentisce l’OMS: «Salvati 2,5 milioni di vite, non 20. Mandati aggressivi furono un errore»

«I mandati aggressivi e lo zelo di vaccinare tutti a ogni costo sono probabilmente stati una cattiva idea». A dirlo è John Ioannidis, professore di medicina presso l’Università di Stanford e primo autore di uno studio condotto in collaborazione dei ricercatori italiani in cui si smentisce la teoria secondo cui i vaccini abbiano salvato 20 milioni di persone.

Nel 2024, infatti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha sostenuto che i vaccini abbiano prevenuto la morte di 14,4 milioni di persone a livello globale solo nel primo anno di pandemia, cifra poi aumentata fino ad arrivare addirittura 20 milioni. 

Secondo lo studio inglese, invece, il vaccino avrebbe salvato 2,5 milioni in tutto il mondo durante l’intera pandemia.  «Penso che le stime iniziali si basassero su molti parametri con valori incompatibili con la nostra comprensione attuale», spiega Ioannidis secondo cui: «in linea di principio, mirare alle popolazioni che trarrebbero la maggior parte del beneficio e lasciare da parte quelle con rischi-benefici e costi-benefici discutibili ha molto senso».

Il team di ricercatori ha stimato che 9 decessi su 10 riguardavano persone over 60, mentre i vaccini hanno salvato solo 299 giovani sotto i 20 anni e 1.808 persone tra i 20 e i 30 anni a livello globale. In linea generale, per salvare una persona state necessarie 5.400 vaccinazioni, ma per gli under 30 questa cifra sale a 100.000.

Angelo Maria Pezzullo, ricercatore in igiene generale e applicata presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano che ha partecipato alla ricerca, ha dichiarato: «Prima del nostro, diversi studi hanno cercato di stimare le vite salvate dai vaccini con modelli diversi e in periodi o parti del mondo differenti, ma questo è il più completo perché si basa su dati mondiali. Copre anche il periodo omicron».

Ma non solo. «Calcola anche il numero di anni di vita salvati ed è basato su meno ipotesi riguardo alla tendenza della pandemia», ha aggiunto il ricercatore italiano. Insomma, in base a questo studio, sebbene i vaccini abbiano avuto un “beneficio sostanziale” sulla mortalità globale, questo è stato “principalmente limitato” alle persone anziane.  Gli over 70 hanno rappresentato quasi il 70% delle vite salvate, mentre i 60-70 anni hanno rappresentato un ulteriore 20%. 

«Questi dati confermano quanto Fratelli d’Italia ha sempre sostenuto: vaccinare indiscriminatamente tutta la popolazione, senza valutarne età o condizione sanitaria, imponendo persino un obbligo surrettizio attraverso il Super Green Pass ai cittadini fin dai 12 anni, è stata una cattiva idea. Sarebbe stato più saggio, piuttosto, mirare alle persone che avrebbero tratto maggior beneficio dal vaccino e lasciare da parte quelle con rischi-benefici discutibili», si legge in una nota dei parlamentari di Fratelli d’Italia membri della commissione Covid. I parlamentari ricordano, infine, «le ripercussioni sociali, specie su adolescenti e giovani, dell’isolamento e delle discriminazioni subite, nonché i danni collaterali del vaccino, spesso medicalmente accertati, subiti da molti cittadini». I meloniani, infine, annunciano che chiederanno che la commissione Covid acquisisca questo lavoro «per farne tesoro poiché – concludono – ogni studio scientifico rappresenta un contributo utile al nostro impegno di verificare senza pregiudizi le politiche messe in atto durante la pandemia».

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