Della vicenda vaccini, sulla Voce, abbiamo parlato più e più volte. Abbiamo trattato la vicenda sotto molti aspetti, sempre con l’obiettivo di provare a fare chiarezza, visti anche i tanti dubbi sorti negli italiani. Abbiamo quindi parlato delle tipologie di vaccini, delle fasce d’età per cui man mano è stata autorizzata l’inoculazione, delle reazioni avverse, del rapporto rischi-benefici e di tanto altro. Una delle ultime questioni trattate, forse l’ultima, è stata l’interrogazione presentata in Senato da Fratelli d’Italia in merito alla dose booster: il senatore Fazzolari, primo firmatario dell’atto, ha chiesto lumi sul perché in Italia non sia stata autorizzata la dose di richiamo con il vaccino Janssen di Johnson&Johnson, nonostante lo stesso sia invece stato autorizzato dall’EMA e venga regolarmente somministrato in Europa. Di fatto, agli oltre 1.5 milioni di italiani che hanno optato per il vaccino Janssen per l’immunizzazione primaria, è imposto il ricorso al mix vaccinale per effettuare la dose booster. Con tutti i dubbi che una simile pratica si porta appresso, dubbi acuiti dal fatto di vedersi somministrato un vaccino mRNA, di tipo diverso rispetto a quello del primo ciclo. Bene, questa vicenda non è finita con l’interrogazione al Senato perché, non avendo avuto risposta dal Ministro Speranza, il senatore Fazzolari ha scritto una lettera al Direttore Generale dell’AIFA per conoscere i motivi per i quali non sia stato autorizzato il vaccino Janssen per la dose booster. Una legittima richiesta di spiegazioni, sia per rendere consapevoli gli italiani, che sempre più massicciamente stanno facendo ricorso alla terza dose vaccinale anche per le imponenti restrizioni alla libertà imposte dal Governo, sia per non alimentare sospetti sull’operato dell’Agenzia Italiana del Farmaco. La lettera è stata recapitata, per conoscenza, anche al Ministro Speranza e al Procuratore della Repubblica di Roma, semmai ritenesse di voler fare approfondimenti su una vicenda non del tutto chiara.
Egr. Direttore Generale
Agenzia Italiana del Farmaco
dott. Nicola Magrini
SEDE
E per conoscenza:
Ministro della Salute
- Roberto Speranza
SEDE
Procuratore della Repubblica
Presso il Tribunale di Roma
dott. Francesco Lo Voi
SEDE
Egregio Direttore,
come noto l’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali), in data 16 dicembre 2021 ha autorizzato la somministrazione del vaccino Janssen di Johnson&Johnson per la dose di richiamo relativa alla campagna vaccinale contro il COVID-19.
Tale autorizzazione è stata rilasciata a soli due giorni dalla domanda presentata da Johnson&Johnson. Una tale celerità è presumibilmente dovuta alla conoscenza del vaccino Janssen, già autorizzato da EMA per la vaccinazione primaria, e dalla necessità di dotare nel minor tempo possibile la popolazione europea di un ulteriore strumento per contrastare la pandemia di coronavirus in atto.
Come previsto dalle norme vigenti e come ricordato anche dall’AIFA nel comunicato del 12 marzo 2021 con cui è stata rilasciata l’autorizzazione al vaccino Janssen per la prevenzione della malattia COVID-19, in Italia le autorizzazioni vaccinali (anche per la somministrazione della dose di richiamo) vengono rilasciate a seguito della medesima autorizzazione dell’EMA.
Atteso, come appena ricordato, che l’EMA ha autorizzato il 16 dicembre 2021 la somministrazione del vaccino Janssen per la dose di richiamo, Le chiedo quali siano i motivi per i quali invece la stessa autorizzazione non sia stata ancora rilasciata in Italia dall’AIFA.
Molte persone si sottopongono alla dose di richiamo per non subire le restrizioni imposte dal Governo a chi non ha completato il ciclo vaccinale, e risulta difficile comprendere perché non possano optare per un vaccino autorizzato dall’Agenzia Europea per i Medicinali. Tra questi, vanno annoverati gli oltre 1.5 milioni di italiani che hanno eseguito la vaccinazione primaria con il vaccino Janssen i quali, per effettuare la dose di richiamo, non hanno altra possibilità se non quella di effettuare un mix vaccinale, con l’aggiunta di doversi vedere somministrato un vaccino di tipo mRNA, tipologia per la quale non avevano optato nell’effettuare il primo ciclo di vaccinazione.
Come è scontato che sia, ogni casa farmaceutica effettua i propri studi e sperimentazioni solo sui vaccini da lei prodotti e non sulla combinazione di vaccini diversi. Ne consegue che per garantire una maggiore efficacia del vaccino e una maggiore sicurezza delle persone inoculate, sia preferibile, quando necessario farlo, procedere alla somministrazione alla stessa persona di più dosi dello stesso di vaccino, relegando la somministrazione del cosiddetto mix vaccinale solamente come alternativa in particolari e determinati casi di necessità.
Non sembra esserci alcuna motivazione scientifica alla base della scelta di non autorizzare il richiamo vaccinale con il vaccino Janssen. Se però l’AIFA ha elementi per disconoscere l’autorizzazione dell’EMA e per non autorizzare il richiamo Janssen, sarebbe opportuno che ne desse immediata comunicazione a tutti gli italiani, in particolare a coloro che sono già stati inoculati con il vaccino di Johnson&Johnson per il ciclo primario.
Inoltre, la mancata autorizzazione del richiamo con Janssen ha chiare ripercussioni anche in ambito economico e commerciale, favorendo in modo palese specifiche case farmaceutiche a discapito di altre, senza che tale distorsione del mercato appaia in alcun modo giustificata.
Come probabilmente sa, il 19 gennaio ho depositato in Senato un’interrogazione rivolta al Ministro della Salute proprio su questo tema, alla quale però sorprendentemente non ho ricevuto alcuna risposta, nonostante l’importanza della questione che riguarda milioni di italiani.
Non Le sfuggirà il fatto che il silenzio dell’AIFA, aggiunto a quello del Ministro della Salute, su questo argomento di salute pubblica rischierebbe di alimentare sospetti e speculazioni sull’operato dell’Agenzia del Farmaco da Lei diretta facendo perdere ulteriormente di credibilità l’operato pubblico di contrasto all’epidemia già macchiato da troppi ritardi e irregolarità.
Come potrà notare dall’intestazione, questa lettera è inviata, per conoscenza, al Procuratore di Roma, che potrà valutare se sussistano le condizioni per approfondire anche sotto l’aspetto legale le ragioni della mancata autorizzazione da parte di AIFA alla dose di richiamo con il vaccino Janssen.
Nel ringraziarLa per l’attenzione, porgo cordiali saluti.
Roma, 08 febbraio 2022
Sen. Giovanbattista Fazzolari
A pensare male spessi ci si azzecca.