Grillo Vaffa o Grillo non Vaffa. È l’interrogativo più diffuso in casa 5 Stelle. Se all’esterno tutti erano convinti, che dopo l’ultima assemblea, non ci fosse più un Garante si è sbagliato di grosso. Questo ruolo, a differenza di quanto votato su SkyVote, la nuova piattaforma del Movimento, non è mai stato cancellato. Secondo gli avvocati di Grillo, non solo questo ruolo non potrebbe essere azzerato, come prevede lo statuto, che formalmente non può essere modificato, ma il loro assistito sarebbe l’unico titolare dello storico logo.
L’ex premier, Giuseppe Conte, lo sa bene e, dunque, pur dovendo mandare giù qualche rospo, avrebbe riaperto un’interlocuzione col solito Beppe. Sa benissimo, d’altronde, che con un simbolo diverso neanche una forza, totalmente diversa da quella delle origini, non avrebbe molta ragione di esistere.
Meglio, dunque, evitare di andare a un processo per nulla scontato. Né gli conviene favorire la nascita di un nuovo soggetto anti-sistema, magari più duro epuro, che finirebbe solo col frammentare l’attuale bacino di consensi.
Una riflessione condivisa pure dal cerchio magico del comico genovese, che gli avrebbe sconsigliato di avviare i lavori per la costituzione dell’ennesima sigla da 2 o 3 per cento e invece perseguire nella battaglia legale per le sempre attuali 5 Stelle. Ecco perché la strada sembra essere a senso unico per entrambe le parti: tornarsi a parlare per evitare di andare alle carte bollate. Una mediazione complessa, ma non impossibile. Motivo per cui sarebbero già state individuate delle persone vicine ai due protagonisti della contesa. Un nome su tutti è quello di Chiara Appendino, l’ex sindaco di Torino. La deputata, dopo la condanna per la tragedia di Piazza San Carlo, avrebbe abbandonato i riflettori delle telecamere per avere un ruolo da “donna ombra”, perfetto per tessere tele, senza dare troppo nell’occhio. In tal senso avrebbe trovato anche l’apporto di due quote rosa storicamente vicine al fondatore. La prima è l’ex capogruppo al Senato Mariolina Castellone, ormai fuori dal gotha contiano, ma allo stesso tempo ancora molto influente nei gruppi parlamentari. Come rivelato da qualche senatore, da mesi, consiglia ai colleghi di rivedere la posizione con la vecchia leadership. La seconda, invece, è Sabrina Pignedoli. Quest’ultima, dopo non essere stata rieletta in Europa, ha tutto l’interesse a ritagliarsi un ruolo da “paciere”.
Intanto, il buon Beppe non spende una parola sul M5S. Sembra quasi che il fondatore si sia dimenticato della sua creatura. Non è affatto così. Il saggio Grillo sa bene che, mentre perde tempo nelle stanze dei tribunali, il popolo potrebbe dimenticarsi del mentore. Il fatto, poi, che Conte non abbia messo in soffitta lo statuto, probabilmente perché non può, è un chiaro segnale di apertura a un confronto per evitare le temute vie legali.