“Per ogni bellunese, anche per quelli che come me nascevano qualche anno dopo, il Vajont segna una ferita che non è ancora stata rimarginata, una ferita che tutte le generazioni del dopo-Vajont hanno curato e cercato di lenire. E non si tratta solo del dolore di chi ha perso qualcuno in quella tragedia, ma anche il dolore di chi ha visto poi scarse assunzioni di responsabilità in quello che è stato il post tragedia, basti pensare che vi furono solo due condanne per la più grande tragedia ambientale italiana. Una tragedia in cui l’uomo ebbe la grandissima responsabilità di non ascoltare i territori. E questo è il primo monito che dobbiamo recepire: ascoltare chi conosce i territori per sensibilità e tradizione. Ringrazio il presidente Mattarella per sua presenza due giorni fa, ma servono anche atti concreti come quello riguardante gli archivi: non è una contrapposizione con l’archivio dell’Aquila, che è stata la sede dei processi, ma è la necessità, non solo affettiva ma anche divulgativa, di tenere gli atti vicino al luogo della tragedia, la città di Belluno. Esattamente come ha auspicato il Presidente Mattarella. E questo è l’unico appello che mi sento di fare oggi a questo Parlamento”.
Lo dichiara il senatore bellunese di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo.