Vanno all’ergastolo madre e figlio per l’omicidio del calciatore La Rosa

Andrea La Rosa scompare misteriosamente il 14 novembre del 2017. L’uomo è un ex calciatore all’epoca dirigente del Brugherio calcio, ha 35 anni, è fidanzato felicemente, e ha una vita all’apparenza serena.
La sera della scomparsa – come riferiscono la fidanzata e un altro calciatore del Brugherio Calcio – La Rosa si doveva incontrare a Quarto Oggiaro con un amico, Raffaele Rullo. Qualcuno dice che tra i due ci fosse un affare in corso, ma più semplicemente si trattava di un prestito che La Rosa aveva accettato di elargire al Rullo a cui quella sera doveva versare l’ulteriore somma di euro 8000, dopo che già gliene aveva dati 30.000. Perché La Rosa avesse accettato di elargire una somma così cospicua al Rullo non è chiaro, mentre invece sembra chiaro – sempre a voler ascoltare fidanzata e amico – che La Rosa fosse intimorito dal Rullo, tanto che non vedeva l’ora di chiudere la questione. Probabilmente, La Rosa sapeva bene che Rullo era un violento, capace di tutto e perciò, sebbene nutrisse nei suoi confronti una sorta di malata ammirazione, non amava averci troppo a che fare, soprattutto se si trattava di somme di denaro. Denaro di cui Rullo sembrava avere sempre bisogno. Sposato, non conviveva con la moglie, ma aveva un vero e proprio debole per le escort, di cui si circondava. Era così che aveva conosciuto La Rosa, che con una escort, Estella, era fidanzato. Insomma, l’ambiente non era quello delle educande, ma alla fine se da una parte Rullo si era macchiato di alcuni reati, più che altro truffe a danno di assicurazioni, La Rosa conduceva un’esistenza pulita.
Nella vita di Rullo, poi, c’era un’altra donna oltre alla moglie, quella davvero importante, sua madre, Antonietta Biancaniello, 61 anni, che per questo figlio scioperato e privo di qualità stravedeva al punto di essere pronta a tutto per lui, anche ad uccidere. Un amore malato quello di Antonietta per il figlio, che giustificava, copriva, proteggeva e aiutava sempre, indipendentemente dai casini in cui lui si poteva infilare. Così, quando dopo una serie di liti con la moglie, Valentina Angotti, Rullo chiede alla madre di aiutarlo ad ammazzarla, lei non ci vede niente di sconveniente, e accetta. Fanno assumere alla moglie di Rullo una certa quantità di insulina, e quando Valentina va in coma, Antonietta le taglia le vene. Purtroppo per loro, però, l’omicidio non riesce. La moglie di Rullo si salva e non ricorda nulla. Antonietta e il figlio fanno credere a tutti che abbia tentato il suicidio. La fanno franca ma resta il problema dei soldi. Rullo aveva fatto un’assicurazione sulla vita della Angotti, valida anche in caso di suicidio. Ma lei non è morta, e quindi i soldi sono inaccessibili. Ecco allora che si passa al secondo obiettivo: Andrea La Rosa.
Quel 14 novembre, madre e figlio aggrediscono Andrea, lo stordiscono e lo infilano in uno di quei grossi fusti che servono anche per il trasporto degli oli. Quindi, provano a tagliargli la gola, ma maldestri quali sono, non ci riescono bene, e il poveretto morirà soffocato all’interno del bidone in cui madre e figlio lo sigillano dopo avergli versato addosso parecchi litri di acido, che insieme ad altro acido che detengono, in seguito dovrebbe servire a far sparire il corpo del tutto. Pensano di essere al sicuro, Raffaele e Antonietta, mentre da subito l’interesse degli investigatori guidato dalle informazioni della fidanzata di La Rosa, si è appuntato su di loro. Persino la moglie di Raffaele ha notato che chiamano troppo spesso suo marito in questura, per interrogarlo, ma lui no. Lui si sente tranquillo. Ancora qualche giorno e con mammina faranno sparire il corpo del povero Andrea e tutto sarà finito.
Non va così. Il giorno in cui Raffaele carica il fusto sull’auto della madre, le forze dell’ordine sono pronte: a un posto di blocco fermano Antonietta e così rinvengono il cadavere di La Rosa. Il caso è praticamente risolto anche se, in tribunale, Antonietta farà di tutto per assumersi ogni colpa e scagionare il figlio. Arriverà a dire di aver pianificato ed eseguito l’omicidio tutto da sola, ma le prove forensi non la supportano così, dopo un anno e mezzo, gli assassini di Andrea La Rosa vengono entrambi condannati all’ergastolo. Per il pm Maura Ripamonti e il procuratore aggiunto Eugenio Fusco non c’è dubbio che siano tutti e due responsabili dell’omicidio. Certo, questo è solo il primo grado di giudizio, ma è tutto talmente chiaro che una pena attenuata in appello sarebbe davvero incomprensibile.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.