Vertice di Washington: Meloni e l’Italia brillano, la sinistra tace…

Al vertice di Washington l’Italia, con Giorgia Meloni, ha dimostrato di essere protagonista sullo scacchiere internazionale. Dopo settimane di critiche, la sinistra si è chiusa in un imbarazzante silenzio.

C’è un tratto che ormai caratterizza da tempo la sinistra italiana: il disfattismo. Ogni occasione è buona per dipingere l’Italia come un Paese irrilevante, ai margini della storia, sempre spettatore e mai protagonista. È successo ancora pochi giorni fa, quando Elly Schlein e Giuseppe Conte si sono lanciati in dichiarazioni contro il governo e contro Giorgia Meloni, accusandoli di essere isolati, assenti e incapaci di dare un contributo nelle dinamiche internazionali.

La segretaria del Partito Democratico, commentando il vertice tra Trump e Putin in Alaska, aveva parlato di “toni trionfalistici fuori posto” da parte del governo. In altre parole, la solita retorica: l’Italia come un Paese piccolo e impotente, senza influenza. Conte non è stato da meno. Nei suoi post ha accusato l’Europa – e quindi anche l’Italia – di non avere alcun ruolo nella pace, arrivando a sostenere che i governi occidentali, Meloni in testa, abbiano scelto “la via fallimentare della guerra”. Insomma, ancora una volta la sinistra ha preferito piegarsi alla logica del pessimismo, del catastrofismo e della delegittimazione del proprio paese, pur di attaccare il governo.

Ma la realtà li ha clamorosamente smentiti. Pochi giorni dopo, a Washington, davanti a tutti i leader europei e agli Stati Uniti, Giorgia Meloni ha ribadito il ruolo dell’Italia come nazione protagonista, portando sul tavolo proposte concrete e innovative. Non si è trattato di un passaggio marginale, ma di un momento centrale del vertice. La proposta italiana di un meccanismo simile all’articolo 5 della NATO per risolvere la controversia Ucraina – cioè un impegno comune e vincolante per la difesa e la sicurezza – è stata discussa con entusiasmo, segno evidente di un’Italia ascoltata e rispettata.

Le immagini parlano più delle parole, e parlano chiaro: il nostro Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, seduta accanto a Donald Trump, interlocutrice privilegiata e rispettata. Un Premier capace di guardare dritto negli occhi i protagonisti dello scacchiere internazionale e di farsi ascoltare. E, soprattutto, un premier che non dimentica mai la sua identità nazionale, portando avanti l’interesse dell’Italia senza complessi di inferiorità.

Il silenzio della sinistra dopo questo successo è “assordante”. Dopo giorni di attacchi e accuse, Schlein e Conte hanno preferito tacere. Nessuna autocritica, nessuna ammissione di aver sbagliato analisi, nessun riconoscimento al fatto che il governo ha portato l’Italia al centro della politica internazionale. Il ritornello lo conosciamo: quando l’Italia brilla, la sinistra abbassa la testa e finge che non sia successo nulla.

Il punto è che la sinistra non riesce a concepire un’Italia protagonista, soprattutto se non ci sono loro a governare (male). Per loro il nostro Paese deve sempre restare in una posizione subalterna, deve “accontentarsi”. E quando invece un governo come quello guidato da Giorgia Meloni ribalta questo schema, riportando l’Italia a contare davvero, allora scatta la critica accanita o, peggio ancora, il silenzio.

Il vertice di Washington è stato un successo non solo per Giorgia Meloni, ma per l’Italia intera. Ha dimostrato che la nostra nazione non è una voce fuori dal coro, ma un attore centrale mondiale. E lo è proprio perché ha un governo stabile, un Presidente del Consiglio autorevole e una classe dirigente che non ha paura di portare avanti proposte coraggiose.

La dicotomia con il disfattismo della sinistra è evidente. Da una parte, la Destra, guidata da Giorgia Meloni, capace di ottenere rispetto e di far discutere le proprie idee ai tavoli più importanti. Dall’altra, un’opposizione che si limita a criticare pessimisticamente e a ripetere gli stessi slogan di sempre senza proporre nulla. Gli italiani però non hanno perso la vista: capiscono chi lavora per il prestigio del Paese e chi rema contro per mero calcolo politico.

In questo scenario, Giorgia Meloni rappresenta ciò che la sinistra non è mai riuscita a incarnare: la capacità di parlare con autorevolezza al mondo, senza perdere il legame con il popolo. Non è un caso che, anche all’estero, venga rispettata come “Giorgia”, una leader vicina, concreta, autentica.

La sinistra potrà continuare a tacere o a lanciare accuse infondate. La realtà, però, è sotto gli occhi di tutti: l’Italia c’è, ed è tornata protagonista

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Michele Intartaglia
Michele Intartaglia
Michele Intartaglia, classe 2004, originario di Procida. Studente di Scienze Politiche alla LUISS Guido Carli.

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