Diventa sempre più difficile decidere una bella vacanza in Egitto, un paese che ha così tanto da offrire che non visitarlo sarebbe una grave perdita per chiunque. Resta però il fatto che da qualche anno a questa parte, un viaggio in Egitto – sia esso per scoprire le bellezze dell’era dei faraoni, o per un rilassante soggiorno nelle acque cristalline del Mar Rosso – è diventato pericoloso, come per altro viene indicato anche sui siti di vari ministeri degli Esteri, compreso quello italiano.
L’ultimo attentato in ordine di tempo è dell’altro ieri. L’esplosione di una bomba vicino alle Piramidi di Giza ha procurato diversi feriti. La bomba era stata collocata sul ciglio della strada probabilmente nelle prime ore di domenica, ed è esplosa al passaggio di un bus turistico, come hanno riferito le prime scarne informazioni delle forze dell’ordine. Almeno 5 turisti sudafricani a bordo del bus sono stati feriti dai vetri dei finestrini infranti dall’esplosione.
Ritorna dunque l’incubo terrorismo in Egitto giusto in un momento in cui ci si cominciava a rilassare. Del resto è proprio su questo che contano gli attentatori: creare un perenne stato di allarme e di paura che provochi gravi danni all’industria del turismo, sicuramente una delle più promettenti se non proprio la più proficua dall’intero Egitto. Naturalmente, tutto ciò se si potesse sfruttare al massimo il settore, cosa che non accade. Infatti, l’industria dei viaggi aveva già sofferto dopo il rovesciamento del presidente islamista Mohammed Mursi da parte delle forze armate nel 2013 e le proteste di massa nel paese degli islamici più radicali, ma si era ripresa nell’ultimo anno. Poi, a dicembre, un attacco a un autobus che trasportava turisti vietnamiti, ha ucciso quattro persone trascinando di nuovo tutto nel caos.
Riguardo alla bomba di domenica, le informazioni sono frammentarie. Sembra che sul bus turistico avessero preso posto 25 persone tutte provenienti dal Sudafrica. Le forze dell’ordine hanno anche fatto sapere che l’attentato è avvenuto nei pressi di piazza Elremaya, una zona che dista circa un chilometro e mezzo in linea d’aria dalla piramide di Cheope, situata a sud. Una squadra di artificieri ha esaminato i resto dell’ordigno, mentre il sito dell’attentato è stato reso inagibile per tutti meno che per le squadre della scientifica che stanno ancora facendo i necessari rilievi.