Volano gli stracci nel centrosinistra

Si dice spesso che il giorno dopo è ancora più bello. Ed effettivamente martedì 29 ottobre, all’indomani della vittoria di Marco Bucci alle regionali in Liguria, è stato un gran bel giorno.

Ma quello dopo ancora, almeno stavolta, rischia di essere ancora più bello di quello già più bello per antonomasia. Come minimo, è più divertente… e non per meriti del centrodestra, mica possiamo sempre fare tutto noi, in questa occasione la scena è tutta di quella specie di campo largo da mesi dato da tutti per vincente e invece brutalmente scontratosi con la realtà. Quella che i radical chic non conoscono, troneggianti dall’alto delle torri d’avorio da cui scrutano in basso quella massa informe chiamata popolino…

Succede tutto alla luce del sole, con la grancassa mediatica di Travaglio ad amplificare i j’accuse volati come stracci nel campo largo, ma non larghissimo, e soprattutto perdente. Nella confusione generale non si capisce bene chi abbia iniziato, e quando volano j’accuse e stracci la cosa è abbastanza singolare e dilettantesca, perché come si dice a Roma “chi mena prima mena due volte”. Prima però di farci coinvolgere nel trambusto generale e per rispetto agli sconfitti, senza alcun commento (quasi), proviamo a riassumere brevemente i fatti. Soprattutto, chi è contro chi.

Nell’editoriale di oggi, Travaglio, giunto in soccorso di Conte e del M5S, la tocca piano, definendo Andrea Orlando “uno scialbo capetto del PD in politica da 35 anni e in Parlamento da 5 legislature”.  Così, giusto per gradire… Commento non richiesto ma che prorompe e non si riesce a fermare: come dargli torto? Come si può votare uno come Orlando? Uno che ha l’appeal di una mela andata a male in una fruttiera di ciliegie, di un’amanita phalloides in un cesto di porcini, uno che è arrivato tardi al provino di Mr. Bean perché altrimenti avrebbe avuto la parte. Solo stomaci forti avrebbero potuto votarlo, ma evidentemente non sono bastati tutti quelli del PD (abituati a dire il vero anche a cose peggiori) e quelli di AVS, stomaci che in queste ore stanno facendo contente le farmacie per gli ingenti acquisti di Maalox. E non sono bastati nemmeno quelli dei cinque stelle, povere creature al seguito di cotanti sciagurati luminari della politica. Ma tant’è. Ma non divaghiamo e torniamo ai fatti.

Travaglio la tocca piano. Ma anche dalle sponde PD partono le accuse al M5S, reo di aver racimolato un misero 4.5%. Percentuale che il buon Travaglio, nella veste dell’avvocato delle cause perse, si affretta a spiegare con la scelta del candidato alla presidenza della Regione, convinto che gli elettori grillini optino solo per il meglio del meglio. Più o meno come la Raggi, finita sulle copertine di prestigiose riviste internazionali non per la bellezza dei colli di Roma ma per la sua immondizia. O magari come Toninelli, il cui progetto per il ponte Morandi (che Bucci da commissario straordinario ha ricostruito a tempo di record) prevedeva passeggiate per le famiglie come in un giardino pensile… lasciamo stare, altrimenti le ilarità rischiano di essere sopraffatte dalla rabbia.

Basta commenti, promesso. Torniamo a noi.

Travaglio la tocca piano e accusa Orlando, la Schlein, il PD tutto. Il PD accusa il M5S e Conte, che qualche giorno fa se l’era presa con Grillo e gli aveva stracciato il contratto. Grillo già da tempo accusa Conte, che ne ha anche per Calenda, che accusa Fratoianni e Bonelli, i quali accusano Renzi di giocare partite sue, ma Renzi accusa Conte e la Schlein di averlo fatto fuori e rivendica i suoi voti alle europee, che però sono andate peggio delle regionali che quindi si devono considerare vincenti, cosa che però cozza con il risultato delle urne che vede il campo largo perdente, che al mercato mio padre comprò!

Una faticaccia capire tutto, ma c’è la conferma: il giorno dopo il giorno dopo è più divertente. Magari non più bello, ma certamente più divertente.

D’altra parte, con cotanto cast di attori protagonisti e coprotagonisti, come pensare di non rendere gioia a chi assiste alla commedia? Che non è esattamente quella degli equivoci, ma piuttosto quella degli incapaci. Che si ostinano a rivendicare percentuali altisonanti rispetto alle precedenti elezioni ma perdono di vista l’obiettivo, l’elezione del Presidente della Regione. O forse lo dimenticano per distrarre gli elettori, sciocco non averlo pensato. Com’era quella del dito e della luna? Guarda che luna stasera. Ma guarda che belle unghie, dove le hai fatte?

Ostinati, troneggianti, diabolici. Ma divertenti. Che Dio ce li conservi a lungo.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

1 commento

  1. In ordine di “faccia da Cu…(per)…lo”, metterei:
    – 1) “Lugano addio, cantava, perché nessuno la votava…”
    – 2) “Dimostrò che averlo è diritto di tutti, anche della comunità LGBT!”
    – 3) “La sinistra però, vincerà alle calende greche!”
    – 4) “Giuseppi: si muore più traditi da pecore che sbranati dal lupo”.
    – 5) “Sono furioso, era meglio candidarsi a Roncisvalle!”
    – 6) “Riuscirà lui a segnare a porta vuota?”
    Ai posteri l’ardua sentenza.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Leggi anche

Articoli correlati