11 settembre: i numeri della tragedia, il gesto di Trump e i lingotti sepolti.

L’11 settembre 2001 il World Trade Center di New York viene distrutto portando via nel suo abbraccio mortale oltre 3.000 Vittime.

Le prime.

Nel cumulo di macerie e di detriti erano contenuti più di 2.500 contaminanti, tra cui lui, Sua Maestà la fibra killer. Tonnellate di amianto disintegrate che sono state respirate da vigili del fuoco, polizia, soccorritori, studenti, abitanti e impiegati della zona morti a causa di malattie debilitanti collegate all’esposizione alle sostanze tossiche: 400.000 persone sono state esposte a contaminanti, 33.000 sono state finora curate per le malattie correlate e circa 500 decessi fino ad oggi tra le forze dell’ordine. Cifre che ogni anno aggiungono sempre più Vittime: solo nel 2018 sono deceduti altri 22 membri dei vigili del fuoco per malattie legate all’11 settembre.

Sono, inoltre, più di 4.200 i malati di cancro (tumori alla prostata, alla tiroide e allo stomaco, ma anche diverse forme di leucemia) dovuto alle polveri respirate e che sono circolate per almeno altri mesi nel centro di New York.

Una strage senza fine per la quale la City ha voluto dedicare con un monumento composto da sei monoliti all’interno di Ground Zero, a ricordo del sacrificio dei soccorritori morti per gli effetti dell’esposizione alle sostanze tossiche che riempirono l’aria dopo gli attacchi alle Torri gemelle.

Nel 2001 fu creato un fondo di indennizzo per le vittime (Vcf) con l’obiettivo di risarcire per le malattie e le morti legate al crollo delle Torri, e ha distribuito in totale oltre 7 miliardi di dollari. Rinnovato mediamente ogni 4 anni con alterne vicende e pressioni dell’opinione pubblica, il fondo rischiava di essere chiuso nel 2020, perché era andato esaurito e i pagamenti delle prestazioni erano stati ridotti fino al 70%. Il 29 luglio di quest’anno Donald Trump decide con un coupe de theatre di firmare la legge “Never Forget the Heroes”, stanziando oltre dieci miliardi di dollari ed estendendo i soldi a disposizione del Vcf  fino al 2090, per il resto di tutta la vita dei soccorritori, insomma.

Non male, per questo cattivone dal ciuffo arancione.

E veniamo alle altre cifre della tragedia: 500 milioni di dollari il costo del lavoro straordinario sostenuto dalla città di New York per ripulire Ground Zero dai detriti, 21.8 miliardi per ricostruire gli edifici e le infrastrutture danneggiate dal crollo delle torri, 500 milioni impiegati per riparare il Pentagono.

Le assicurazioni private hanno erogato oltre un miliardo ai familiari delle Vittime e oltre 500 milioni agli esercizi commerciali per i danni.

Un disastro economico superiore perfino all’Uragano Andrew, mentre il prezzo del petrolio saliva di 6 punti percentuali, così come quello dell’oro.

Già, l’oro.

3.800 lingotti d’oro e 102 milioni di once d’argento era custoditi per conto del Nymex – la sussidiaria della New York Mercantile Exchange che si occupa dei futures sull’ oro, del rame e dell’ argento nella Bank of Nova Scotia – in uno degli edifici del WTC. Jonathan Potts, presidente di FideliTrade, una organizzazione a cui fa capo in Delaware  la divisione di commercio di metalli del Nymex, si era affrettato a dichiarare nei giorni successivi alla tragedia che quei lingotti erano rimasti “sepolti sotto 107 piani di detriti”.

Alcune testimonianze narrano invece che quell’oro fu trasportato attraverso delle rampe provvisorie nei seminterrati, costruiti otto anni prima quando il WTC aveva già subito un altro attacco terroristico.

I seminterrati contenevano mille milioni di dollari di proprietà del governo kuwaitiano.

Ma questa è un’altra storia.

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Cinzia Pellegrino
Cinzia Pellegrino
Coordinatore Nazionale del Dipartimento Tutela Vittime di FDI

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