“Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d’Italia”. Con queste parole si apriva la legge n. 4671 del 17 marzo 1861 con cui veniva ufficialmente proclamata la nascita del Regno d’Italia, dopo un lungo percorso storico di unificazione iniziato più di 10 anni prima con la Prima guerra d’Indipendenza. L’Italia unita fu un risultato non solo militare, arrivato grazie al sangue di tantissimi giovani che sognavano un’unica Patria e un unico popolo, ma anche culturale: sulle possibili forme di Stato della nuova Italia si sono espressi i migliori pensatori dell’epoca, ma è indubbio che il sentimento di unificazione campeggiava già da tempo nei sudditi dei diversi regni in cui la penisola era divisa.
“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello”, scriveva già Dante nella Divina Commedia, a dimostrazione che l’Italia esisteva, e così pure il sentimento patriottico aveva origini antiche, risiedendo in un popolo mai più unito dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente. E forse è proprio Dante che meglio descrive la sorte dell’Italia in quegli anni: da centro del mondo a nave alla deriva, spartita per secoli tra dominazioni straniere. Longobardi, ostrogoti, bizantini, franchi, normanni, saraceni, angioini, spagnoli, arabi, francesi, austriaci: i giovani italiani del Risorgimento hanno saputo superare il campanilismo che tutte le dominazioni avevano creato e su cui avevano prosperato, esplodendo in un orgoglio che, oggi, ci permette di parlare finalmente di Italia. Si può affermare, infatti, che i giovani sono stati i veri artefici dell’Unità: dalla Giovine Italia ai tanti arruolati volontari alla Prima guerra d’indipendenza per liberare il nord dal giogo austriaco, fino all’esempio di Goffredo Mameli, morto a 21 nella difesa della Repubblica romana, ucciso da un proiettile francese.
Per l’Unità geografica occorsero tre guerre d’indipendenza (1848, 1859, 1870) e una guerra mondiale, la Grande guerra, per raggiungere quelle terre ancora sotto la dominazione dell’Impero asburgico. E proprio tra le trincee del fronte orientale trovò applicazione quel sentimento per il quale giovani e pensatori combatterono decenni prima: nella guerra al nemico, nella rivendicazione delle proprie terre, si unificò anche il popolo, diviso per secoli in troppi regni. Finalmente, una sola Patria e un solo popolo.
Nel 2012, venne istituita la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”, che ricade proprio il 17 marzo, per promuovere quel senso di cittadinanza e di Unità al quale molti giovani dedicarono la loro stessa vita. Questo il messaggio del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che celebra la giornata: “Oggi celebriamo il Giorno dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera, fondamenta della nostra identità nazionale. Un giorno per rinnovare il nostro impegno verso un’Italia sempre più unita, per guardare al futuro con fiducia, consapevoli che insieme possiamo superare qualsiasi sfida e liberare le migliori energie della nostra Nazione. Viva l’Italia unita, forte e fiera!”.